Oltre che alla Chiesa di Trento, i missionari trentini in America Latina hanno scritto anche a papa Francesco, in occasione della festa della Vita Consacrata, dopo aver condiviso una sua meditazione. Il testo – che contiene parole di incoraggiamento a Bergoglio per la sua azione, oggetto di critiche e attacchi, rinnovatisi in questi giorni con l’affissione a Roma di beceri manifesti (si veda a pagina 13) – è in spagnolo, la traduzione in italiano è nostra.
Carissimo Papa Francesco,
siamo i rappresentanti di operatori pastorali nati nella diocesi di Trento (Italia) che vivono in America Latina. Siamo consacrati al Signore, tutti battezzati, alcuni con voti religiosi, altri con il sacramento dell'Ordine, altri con il matrimonio e tutti con il desiderio di servire il popolo. La nostra età varia dai 50 ai 90 anni. Viviamo in Brasile, Bolivia, Ecuador… Ogni due anni la nostra Chiesa di origine ci fa incontrare per rafforzare il nostro mandato missionario ed i nostri legami di fratellanza.
Ora siamo riuniti a Maceiò (Brasile).
Il 2 febbraio abbiamo condiviso la tua meditazione in occasione della festa della Vita Consacrata; facciamo nostro il tuo invito ad accogliere Gesù nelle nostre braccia per metterlo al centro del popolo, a sognare, ad essere profeti e a condividere la speranza che viene dalla consapevolezza di essere perdonati e a non cadere nella tentazione di sopravvivenza.
Così come vogliamo assicurarti la preghiera che sempre ci chiedi quando ci rivolgi le tue parole, vorremmo anche chiedere la tua preghiera affinché possiamo riconoscere come Dio cammina per le strade delle nostre città, villaggi e quartieri, e affinché sappiamo assumerci e desiderare portare la croce dei nostri fratelli; desideriamo toccare le piaghe di Gesù nelle ferite del mondo, le piaghe di questo Gesù ferito che anela a risorgere.
Caro Papa Francesco, siamo confortati e incoraggiati dalle tue parole e dalla tua testimonianza di coraggio e semplicità, e vorremmo condividere con te la nostra gratitudine a Dio per il dono che la tua persona ha fatto alla Chiesa e per l'incoraggiamento che ognuno di noi riceve dalla tua testimonianza.
Che il Signore ci trasformi “in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio, generando speranza” in mezzo alla sofferenza del nostro popolo, e che continui a ricordarsi della Sua Chiesa, dandoti la forza di continuare ad accogliere tra le tue braccia il bambino Gesù per metterlo in mezzo al popolo.
Abbi fiducia nelle nostre preghiere e prega per noi.
Maceio, 2 febbraio 2017
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