Con il vescovo Bressan, successore del vescovo patrono, per riscoprire una missione “con un ampio impatto”, come ha detto il vescovo di Innsbruck
Trento, 26 giugno 2014 – “In questo mattino d'estate, pur avendo fatto un breve tragitto, abbiamo percorso una lunga storia”. Magistrale nell'interpretare i gesti liturgici, il decano del capitolo mons. Ludovico Maule ha sottolineato nella processione con l'urna di San Vigilio la partenza dal luogo della prima evangelizzazione trentina (lo confermano i recenti scavi sotto la Basilica di Santa Maria Maggiore) e l'arrivo nella Cattedrale che “raccoglie le memorie più preziose della Chiesa che vive in questa terra tra i monti”, secondo l'espressione di Giovanni Paolo II.
“Abbiamo seguito Vigilio – ha voluto precisare Maule, rivolgendosi all'Arcivescovo – soprattutto perché abbiamo camminato con Lei, che del santo Vigilio è il 119° successore. Con fede amorosa, contempliamo nel suo ministero, Vescovo Luigi, il prolungarsi di quel servizio, indomito e fedele che Vigilio, operò per le nostre genti”.
Ringraziando a nome di tutti Bressan, “servitore lieto e zelante del Vangelo che salva”, il decano del Capitolo gli ha espresso anche l'augurio “che Lei mai abbia dubbio o stanchezza nel guidarci sulla via faticosa e felice del Vangelo”. E un applauso spontaneo dell'assemblea ha subito dato il tono al pontificale di questo 2014, anno tre volte giubilare per il nostro Arcivescovo. Alla sua destra, c'era mons. Adriano Tomasi, vescovo francescano di Cognola che fu ordinato prete in Duomo in quello stesso 28 giugno 1964; alla sua sinistra, un giovane vescovo espresso dalla comunità cinese del Perù, mons. Raul Chau, ora pure ausiliare a Lima. Due confratelli a sottolineare felicemente il tratto missionario del nostro pastore, “vescovo sulle strade del mondo”, come s'intitola il libro (vedi pag. 4) dedicato ai suoi 25 anni di episcopato, 15 dei quali a Trento.
Prendendo la parola, riconoscente anche alle numerose autorità presenti (dal governatore Ugo Rossi al sindaco Alessandro Andreatta), mons. Bressan ha spiegato la devozione che il patrono Vigilio ha suscitato anche in Austria, dove è ricordato a Thaur, ad Obsaurs e nella cappella dell'antico municipio di Innsbruck. In ricordo di questo legame ancora vivo una nuova statuetta in legno raffigurante Vigilio è stata donata oggi da Bressan al vescovo di Innsbruck, mons. Manfred Scheuer, ospite d'onore nel 50° anniversario della costituzione della diocesi di Innsbruck.
Ricchissima è stata la sua omelia, ricamata sul richiamo di Papa Francesco a Lampedusa ad “ascoltare il grido dei poveri, a vivere una fede “non abitudinaria”. A non lasciarsi prendere dalla “globalizzazione dell'indifferenza”, ma a lanciarsi in una missione “con un ampio impatto”. Un modo per attualizzare l'unità “di un unico gregge e un unico pastore”, ma anche per dare concretezza e profondità all'annuncio della fede.
Nelle preghiere dei fedeli, l'attenzione ai deboli e ai poveri è tornata come responsabilità civile e sociale, dentro “una solidale fraternità con tutti i popoli”. Un pensiero anche ai due preti novelli concelebranti (vedi pag. 15), perché “rispondano con generosità” e ai governanti “della nostra regione alpina” affinché operino “con onestà fedeltà e senso del dovere”. I prodotti portati all'altare – simbolo delle molteplici ricchezze della nostra terra, come ha commentato mons. Cesare Sebastiani – hanno preceduto il dono comunale: l'olio per la lampada che arde sull'altare di Vigilio: il suo nome indica “l'essere pronti, spendersi senza esitazioni, così come lo stemma episcopale di mons. Bressan porta un verbo impegnativo: “Servire”.
(ha collaborato Augusto Goio)
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