Nell’ultimo anno Giacomo Mattivi, il 21enne di Piné affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne protagonista del film “Green Lava” e del podcast di Radio Vaticana “Il talento di Giacomo”, aveva incontrato papa Francesco due volte a Roma. “Quando ho appreso la notizia della sua morte ho vissuto un momento emotivamente molto forte”, ci racconta. “Mi resterà impressa sicuramente la sua vicinanza nei confronti delle persone. Amava stare tra la gente, e sapeva farlo anche molto bene. Per la generazione di persone che come me è nata dopo gli anni Duemila papa Francesco rimarrà impresso anche come il pontefice che stava provando a cambiare tantissime cose”.
La prima volta che Giacomo ha visto Bergoglio era maggio 2024. In quell’occasione veniva inaugurata la mostra fotografica “Changes”, curata da Lia Giovanazzi Beltrami, che è anche la regista del film dedicato alla storia di Mattivi, “Green Lava”, uscito proprio quest’anno. “Ho potuto incontrarlo personalmente dopo la Messa del mercoledì. Ricordo che mi aveva dato una mano e mi aveva fissato intensamente. Non aveva detto molte parole, però parlavano la sua anima e il suo sguardo. Era stato un momento molto forte per me”.
La seconda volta che Mattivi ha visto papa Francesco è stata quando è sceso a Roma per presentare il film “Green Lava”. In quei giorni il Papa era impegnato con il Giubileo dei comunicatori, ma ha trovato lo stesso qualche minuto per incontrare Giacomo. “Mi sono permesso di chiedergli se potevo inviargli alcune delle poesie che scrivo, e con un cenno mi ha detto subito di sì. Mi ha colpito molto il fatto che si ricordasse di me. Nonostante il ruolo che ricopriva, era capace di stare vicino alle persone”.
Il giorno della morte di papa Francesco, il lunedì di Pasquetta, è un segno secondo Giacomo. “È molto significativo che il Papa sia venuto a mancare il giorno dopo Pasqua, con la Risurrezione. È uno dei momenti migliori in cui il Santo Padre se ne poteva andare. È qualcosa di veramente eccezionale. Nella tristezza dobbiamo anche essere consapevoli che il Papa ha avuto una vita molto piena. Ha potuto esprimere se stesso e operare grandi cambiamenti all’interno della Chiesa”.
Resteranno con forza anche le immagini del Papa malato tra i malati. “La sua partecipazione a quel Giubileo è stata molto significativa. In quell’occasione il Papa ha voluto comunicare che lui non è diverso dagli altri, che nonostante fosse il capo dello Stato del Vaticano anche lui aveva delle fragilità. Che dalla sofferenza non ci scampa nessuno. Sicuramente la sua fragilità ultimamente non gli ha permesso di fare ciò che avrebbe voluto. E in fondo il fatto che le sofferenze e le malattie ci pongano dei limiti è connaturato nella nostra stessa natura di esseri umani. Ma noi nel nostro piccolo dobbiamo sempre dare il meglio di noi, provare a fare qualcosa per creare un cambiamento e per essere veri portatori di pace e di speranza. Il Papa ce l’ha insegnato”.