Intorno al 25 aprile, alcune iniziative previste a Trento e Rovereto

Ottant’anni fa, il 25 aprile 1945, il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale di tutti i territori occupati dai nazifascisti. A guerra finita, il 22 aprile 1946, su proposta del presidente del consiglio Alcide Degasperi, Umberto II di Savoia, luogotenente del Regno d’Italia, emanò un decreto luogotenenziale che stabiliva il 25 aprile festa nazionale per la cui celebrazione negli anni successivi vennero promulgati ulteriori decreti. Da allora il 25 aprile è la Festa della Liberazione.

Intorno al 25 aprile, ecco alcune iniziative previste. Giovedì 24 aprile a Trento, all’Officina dell’Autonomia della Fondazione Museo storico del Trentino, in via Tommaso Gar 29, alle ore 16,30 incontro sul tema “Donne e uomini della Resistenza. La partecipazione trentina alla guerra di Liberazione 1943-1945”. Nel corso dell’appuntamento, promosso in collaborazione con l’Anpi (l’associazione dei partigiani), saranno presentati gli sviluppi dei progetti della banca dati riguardante il “Censimento dei militari trentini” e il database “Donne e uomini della Resistenza” in capo ai ricercatori della Fondazione Lorenzo Gardumi e Michele Toss. Interverranno Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, Mario Cossali, presidente provinciale dell’Anpi e Claudio Silingardi, vicepresidente dell’Istituto storico di Modena.

A Rovereto, invece, il 25 aprile, al teatro Zandonai di corso Bettini, in quattro turni in programma alle ore 19; 19,30; 20 e 20,30 è in programma (l’ingresso è libero), lo spettacolo, promosso dall’Anpi, “Fermata 25 aprile. Kalàvryta delle mille Antigoni”, tratto dal testo poetico-teatrale di Charlotte Delbo con la riduzione dello storico Diego Leoni e la regia di Michele Comite. Sul palco gli attori del Collettivo Clochard. L’intellettuale francese Charlotte Delbo uscì viva dai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau e Ravensbruck. “Se ritorno andrò in Grecia”, si era promessa. Dopo un primo viaggio nel 1948 vi ritornò nel 1974 e scoprì la storia di Kalàvryta, il paese che, nel dicembre 1943, era stato occupato dai tedeschi che massacrarono 1300 uomini con le donne a farsi carico della sepoltura di padri, fratelli, figli. Delbo raccolse i racconti dei pochi sopravvissuti e li riversò in un testo poetico-teatrale.

Anche il Trento Film Festival si “occuperà” di Liberazione e Resistenza. Il 26 aprile, al cinema Vittoria, alle ore 18,45 sarà proiettato, in concorso, “Paura dell’alba” del bolognese Enrico Masi. Tra testimonianze, immagini d’archivio e ritratti partigiani viene raccontato un episodio controverso della Resistenza partigiana negli Appennini. Il 15 gennaio 1944 quindici uomini della Polizia ausiliaria di Modena disertano e cercano di unirsi ai partigiani. Nello Pini, comandante di una banda partigiana, non crede però nella loro sincerità e li fa fucilare nonostante portassero con loro una lettera di accredito del Cln modenese. “La Resistenza negli Appennini – afferma il regista – fa parte della mia formazione, è una sorta di eredità personale che mi porto dietro per ragioni familiari e che mi segna, come artista e come cittadino”.

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