Il PrInS (Servizio di Pronto Intervento Sociale), finanziato dalla Provincia di Trento dall’estate 2023 ed entrato a regime lo scorso gennaio, è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, su richiesta delle forze dell’ordine o dei servizi sociali territoriali. Durante la fase sperimentale, il servizio ha ricevuto 453 chiamate, con una media di 0,8 segnalazioni al giorno, mentre i segnalanti sono per il 66% le forze dell’ordine e per il 30% i servizi sociali. In totale sono state coinvolte 818 persone, di cui la maggior parte minori. Le emergenze hanno riguardato principalmente minori soli (37%) e nuclei familiari con bambini in situazione di emarginazione (23%), oltre a interventi a favore di vittime di violenza o abuso (17%).
Maschi e femmine sono ugualmente rappresentati anche se in generale l’età media dei maschi è più bassa (16 anni) rispetto alle femmine (24 anni). Il 73% delle segnalazioni proviene da Trento, il 18% da Riva del Garda, il 10% da Rovereto. Nel 77% dei casi è stato necessario attivare misure di protezione in strutture sicure, dimostrando l’importanza del servizio nel rispondere a situazioni di grave vulnerabilità. La messa in sicurezza è stata realizzata nel quasi il 70% delle segnalazioni in strutture socio assistenziali già convenzionate con la Provincia di Trento.
Quindi il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali Antonio D’Urso ha spiegato come la strada intrapresa con il Pronto Intervento Sociale sia quella giusta “perché solo conoscendo a fondo le situazioni siamo davvero in grado di orientare i servizi. Le condizioni di fragilità si possono accompagnare solo se si comprende a fondo il fenomeno e il patrimonio più importante di questa esperienza è proprio la conoscenza. Il Dipartimento è fortemente impegnato, ma questo non è un lavoro solo della Provincia: c’è una vera convergenza tra Terzo Settore, cooperative, forze dell’ordine, Comune di Trento e molti altri attori che, insieme, rendono possibile questo intervento”.
Sono stati forniti inoltre alcuni dati che riguardano la tempestività nella gestione degli interventi in emergenza sociale. Il tempo medio di raggiungimento della persona in difficoltà è stato meno di un’ora, per il 50% dei casi mezz’ora, mentre il tempo medio di intervento per la messa in sicurezza delle persone vulnerabili è stato di circa 2 ore. La presa in carico della situazione in emergenza mediamente dura tre giorni e mezzo, nel 75% delle situazioni si conclude entro il 5° giorno. Al termine della presa in carico in emergenza la situazione è orientata verso i servizi ordinari presenti sul territorio. Questi dati confermano l’impatto concreto del servizio nel rispondere a situazioni di grave vulnerabilità e l’importanza della sua integrazione nella rete dei servizi sociali provinciali.