“La ripresa dello sterminio a Gaza è qualcosa che non riusciamo più a sopportare, come tanti intorno a noi, in tutto il mondo. Non capiamo come possiamo sentire il suono della sveglia al mattino ed andare a lavorare, sicuri nella nostra routine: perché non ci siamo ancora fermati in un vero giorno di sciopero, dal lavoro, dalla scuola, dagli acquisti? Perché non stiamo davvero urlando ‘Basta!’ tutti assieme?”. Lo scrive in una lettera aperta il Circolo Arci di Brentonico.
“Basta bambini incastrati sotto le macerie, abbracciati alle madri morte; bambini amputati senza anestesia, bambini che non sopravvivono al dolore dell’amputazione senza anestesia. Bambini intossicati, senza cibo, agonizzanti per terra, senza genitori. Basta donne e uomini stuprati fino alla morte, torturati fino a perdere la vita o la ragione. Basta malati bruciati negli ospedali. Sappiamo tutti che quello che sta succedendo a tre ore di aereo da noi va oltre l’orrore, ogni giorno di più, e ogni giorno peggio. Anche se i media ne parlano poco e male, non si può non percepire la portata di questa carneficina. Destra, sinistra, anarchici, religiosi, forze dell’ordine: siamo in tanti, non ci interessano le bandiere, non vogliamo altre etichette se non quella di esseri umani. Vogliamo uno sciopero in solidarietà ai bambini e alle persone palestinesi, per chiedere di salvare coloro che sono ancora vivi, salvare quelle persone dalla furia sadica e omicida di Israele”, prosegue il Circolo Arci di Brentonico.
L’associazione propone quindi uno sciopero dal lavoro, ma anche “dagli acquisti, dai viaggi, da tutto ciò che rende ‘normale’ una giornata”, e di “esporre fuori dalla porta di casa, come profilo social, addosso, un simbolo palestinese. Quello che proponiamo in particolare è un ramo di ulivo, o l’immagine di un ulivo. Perché l’ulivo rappresenta il sostentamento del popolo palestinese, e rappresenta il legame del popolo palestinese con la loro terra, simbolo di dignità e resistenza”.