Di Rosmini si evidenzia l’originalità e la singolarità della sua filosofia. Stenta ancora ad emergere la teologia rosminiana, se si fa eccezione per la Storia della Chiesa, che fa da cornice alle Cinque piaghe, testo conosciuto più per la sua condanna all’Indice, che per il suo contenuto storico-teologico. Eppure, il binomio filosofia-teologia (assieme all’amicizia) appare già nel diario personale Il giorno di solitudine del giovane Rosmini. E tra i compiti della filosofia, nel roveretano, vi è quello di essere solida base anche per la scienza teologica. Inoltre, la vocazione, la competenza teologica, la Sacra Scrittura ed i Padri della Chiesa sono presenti trasversalmente in tutta l’opera omnia di Rosmini, compresa la Filosofia del diritto. È bene ricordare che le ultime 16 proposizioni, condannate dal Sant’Uffizio, sono di carattere teologico. Pertanto, il rinnovamento della filosofia era per Rosmini propedeutico al cristianesimo, e in funzione del restauro della teologia.
Nella Chiesa, il pericolo maggiore, per Rosmini, è il razionalismo teologico che rischia di avvelenare la dottrina cristiana, poiché in esso vi si riconosce unicamente la ragione naturale, escludendo “ogni lume soprannaturale”. È sempre l’ignoranza sull’uomo la lesione più grave che giunge dai sistemi naturalistici e relativistici. La Rivelazione cristiana, infatti, esige che la fede non sia frutto di un “istinto o sentimento cieco”, ma al contrario richiede un’adesione cosciente ed un “ossequio ragionevole”.
L’antropologia filosofica rosminiana aiuta a cogliere come nell’uomo l’intelletto è alla base dell’essere ideale, mentre il senso presiede al modo reale dell’essere.
Nell’uomo va distinta la “natura umana” dalla “persona umana”. Nella ‘natura’ vi sono tutti gli elementi comuni con l’animalità, mentre la ‘persona’ si caratterizza per la sua essenza intellettiva e volitiva. La Grazia, quindi, nella sua realtà divina, non può che comunicarsi alla parte più nobile presente nelle persone, perché Essa è “un’azione divina che congiunge lo spirito umano ad intima e reale unione con la divinità”. Si comprende, allora, come la Grazia divina agisca sull’animo umano, in modo tale che la parte intellettiva dell’uomo riceva un’azione reale, e non puramente ideale, che la trasforma e la eleva allo stato soprannaturale. Per Rosmini l’azione della Grazia è “deiforme” e si differenzia radicalmente da tutte le altre operazioni del Creatore: “Per operazione deiforme io intendo un’operazione che non solo ha per principio Iddio [vedi le realtà materiali], ma che essa stessa o il suo termine è Iddio. […] L’operazione sopra tutte le altre deiforme è l’incarnazione del Verbo” (AS, l. I, a. XVI). Dato che il battesimo produce i due effetti del carattere e della Grazia, ci si spiega perché Rosmini, alla data di nascita, preferisse commemorare il giorno del battesimo.
Fedele ai dogmi della Chiesa, Rosmini saprà sviluppare intuizione e originalità anche nelle sue ampie ricerche e disamine teologiche.