Un’avventura iniziata nel 2013 e che ora sta per chiudersi. Don Daniele Laghi si appresta a concludere il suo terzo ed ultimo mandato come membro eletto della Giunta del Coni di Trento (le elezioni sono previste per il 12 aprile).
Don Daniele, cosa le lascia questa esperienza?
“Sono stati dodici anni altamente formativi, che mi hanno permesso di avvicinarmi a un mondo che prima non conoscevo. Ho sperimentato l’importanza della collaborazione con i colleghi, con tre dei quali ho condiviso l’intero percorso, formando una bella squadra compatta: e di certo questo dà valore all’intera esperienza”.
Anche con gli atleti si sono creati dei bei rapporti.
“Assolutamente, credo che la mia presenza sia stata apprezzata sia dagli atleti sia dal mondo federale: con i primi sono nati dei bei rapporti allargati poi anche alle loro famiglie, anche di avvicinamento e approfondimento della fede. Ho dato quello che potevo prendendo anche un po’ di tempo dagli impegni pastorali, di certo mi è tornato tanto”.
Riavvolgendo il nastro, cosa la spinse a candidarsi?
“Nel 2009 ero vice parroco ad Arco e questo mi ha permesso di avvicinarmi a realtà dietro alle quali esistevano grandi macchine organizzative: il torneo Beppe Viola di calcio e l’allora Giro del Trentino, oggi Tour of the Alps, organizzato dal Gs Alto Garda. Le benedizioni alle cerimonie inaugurali di questi grandi eventi furono i primi passi in un mondo che poi avrei conosciuto davvero a 360 gradi”.
Poi la sua elezione.
“A spingermi a candidarmi fu il presidente Giorgio Torgler, da sempre convinto anche grazie alla sua formazione oratoriale, dell’importanza della presenza Chiesa nel mondo dello sport, anche come veicolo di promozione. Se ho iniziato questo percorso diventando di fatto l’unico sacerdote in Italia membro di una Giunta del Coni, lo devo certamente a lui, ma il mio grazie anche naturalmente alla presidente Paola Mora che sta proseguendo il suo impegno da due legislature e si candiderà per il terzo mandato. E certamente anche i vescovi che mi hanno sostenuto e mi hanno dato spazio per lavorare, anche all’interno delle parrocchie”.
Qualcosa che le è… rimasto indietro?
“Sicuramente avrei voluto avvicinare maggiormente la realtà delle società sportive, vivere di più il territorio conoscendo meglio il ricco ventaglio degli enti di promozione”.
Ora non abbandonerà il mondo dello sport.
“No anzi, cercherò sempre di essere vicino e presente. Proseguo nel mio ruolo di consulente ecclesiastico del Centro Sportivo Italiano, penso poi ai prossimi eventi, su tutti l’appuntamento a cinque cerchi del 2026”.
La Giunta del CONI va verso il rinnovo. Cosa si sente di dire a chi entrerà al suo posto?
“Innanzitutto di non essere ‘affaristi dello sport’, di cercare di camminare insieme, lasciando un segno attraverso la propria esperienza, cercando il meglio per le nuove generazioni e le famiglie. Tra momenti belli e le naturali difficoltà, l’importante è seminare perché tanti sono gli incontri che possono farci crescere come persone, come uomini e donne e anche come cristiani, anche all’interno di un mondo che è apolitico e laico”.