Si presenta “L’arte che visse due volte”. Un volume sul distacco dei dipinti murali in Trentino

Sarà presentato sabato 22 febbraio alle 16.30 nella Sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale di Trento il volume “L’arte che visse due volte. Il distacco dei dipinti murali in Trentino“, curato dall’Ufficio per i beni storico-artistici dell’UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali. Il volume sarà illustrato da Luca Gabrielli, direttore dell’Ufficio per i beni storico-artistici, e da Chiara Facchin, funzionaria dello stesso Ufficio, Lucia Giovannini, restauratrice del Laboratorio per i beni storico-artistici e da Michelangelo Lupo, architetto e storico dell’arte.

Il volume è incentrato sul tema dei dipinti murali, un elemento caratterizzante dell’architettura locale, definendo le facciate e gli ambienti interni di molti edifici storici. La salvaguardia di queste decorazioni è quindi un tema centrale nelle attività di tutela del patrimonio storico-artistico e necessita di un’approfondita conoscenza e un costante aggiornamento in merito agli interventi di restauro che offrono le migliori soluzioni conservative.

Nel corso dei secoli, sulla base di differenti motivazioni, è stato necessario procedere al distacco di alcune di queste testimonianze pittoriche per assicurarne la sopravvivenza. I dipinti murali staccati hanno subito una trasformazione irreversibile: da decorazioni integranti il contesto architettonico al quale appartenevano, a beni mobili spesso ultima memoria di realtà andate perdute per sempre o profondamente trasformate. A queste opere, per la prima volta oggetto di una ricerca sistematica che ha coinvolto l’intero territorio provinciale, l’Ufficio per i beni storico-artistici della UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali di Trento ha dedicato uno studio multidisciplinare finalizzato a ricostruirne la storia e a definire metodi e tecniche utili alla loro tutela. Per questo motivo, sono stati coinvolti professionisti afferenti diversi ambiti – storici dell’arte, restauratori e diagnosti italiani e stranieri – che collaborassero allo studio di più di 160 casi, provenienti da oltre 60 collocazioni originali e oggi per la maggior parte conservati nei principali musei del territorio. Risultato di questo progetto è una pubblicazione che intende restituire a tutti gli interessati un patrimonio poco noto, ma che testimonia vicende storiche e artistiche importanti e che ha avuto l’occasione di una seconda vita.

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