La Fondazione Pezcoller trova casa a Palazzo Bortolazzi restaurato

Inaugurazione di Palazzo Bortolazzi restaurato Sede Fondazione Pezcoller (foto Daniele Panato/Agenzia Panato)

È stata inaugurata oggi la nuova sede della Fondazione Pezcoller, che per il suo 45° anniversario trova casa a Palazzo Bortolazzi, lo storico edificio nel centro di Trento donato nel 2018 da Marina Larcher Fogazzaro quasi interamente alla Fondazione, e in parte alla Sosat e al Fai, che dopo un accurato restauro durato cinque anni che ha coinvolto l’intera struttura è stato riportato alla sua bellezza originaria, con le facciate e le importanti decorazioni interne.

“La Fondazione, istituita nel 1980, – ha detto stamane nel suo saluto il presidente Enzo Galligioni – ha raggiunto importanti traguardi grazie al fondatore, il prof. Alessio Pezcoller, ai presidenti e ai collaboratori che hanno guidato e sostenuto l’ente nel corso degli anni. Il primo premio internazionale è stato assegnato nel 1988, alla presenza del prof. Pezcoller, con l’aiuto iniziale del prof. Veronesi. Da lì è iniziata una storia che ha visto crescere nel tempo la reputazione internazionale della Fondazione attraverso accordi con organizzazioni di ricerca come la AACR (l’associazione americana di ricerca sul cancro), la SIC, Società Italiana di Cancerologia, l’Associazione Europea per la Ricerca sul Cancro e la Mark Foundation. A livello locale, la Fondazione collabora innanzitutto con l’Università di Trento, Fbk e Azienda Sanitaria, e riceve supporto da numerose e qualificate istituzioni, come la Fondazione Caritro che ha assicurato il patrocinio fin dalle origini, le Casse Rurali, e donazioni private. Il restauro del palazzo, costato complessivamente circa un milione e ottocento mila euro, donato dalla signorina Marina Larcher Fogazzaro nel 2018, è stato possibile grazie al significativo supporto della Giunta provinciale”.

Nel suo intervento di saluto istituzionale, il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini ha affermato che “questo è un momento importante che giustamente celebra un autentico gioiello architettonico, davvero rappresentativo del centro storico e del Trentino intero. Prezioso il palazzo, preziosa la Fondazione voluta da Alessio Pezcoller, per il suo straordinario apporto alla ricerca applicata ai tumori. Un grazie particolare va a chi sostiene questa realtà, ai generosi e discreti donatori che rendono possibile lo sviluppo di progetti di grande rilievo per la comunità scientifica e per la popolazione”.

“L’inaugurazione della nuova sede della Fondazione Pezcoller ci permette di evidenziare il legame tra passato e futuro, fondamentale per le nuove frontiere della salute. Ma è anche e soprattutto un passo avanti per la ricerca e l’innovazione medica, a beneficio della comunità e delle nuove generazioni”, ha commentato l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Mario Tonina portando i saluti del presidente Maurizio Fugatti e della Giunta. “Questo importante investimento su Palazzo Bortolazzi, sul quale la Provincia ha creduto molto, è volto a sostenere il contributo essenziale della Fondazione su ricerca e prevenzione, che sono sempre più rilevanti, così come sulla formazione dei giovani medici che vogliono intraprendere questo percorso potendo contare anche su aiuti e borse di studio dedicate. Questo esempio prezioso ci conferma ancora una volta come all’interno della nostra Provincia autonoma le eccellenze – e la Fondazione Pezcoller lo è eccome – possono fare la differenza”.

Il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha evidenziato tre meriti della Fondazione in relazione alla città: gli spazi, l’identità, il metodo. “Le persone sono in relazione con i luoghi, che a loro volta definiscono l’identità, e questo era uno dei pochi spazi mancanti nella riqualificazione della città. Il lavoro della Fondazione è importante perché in tempi non sospetti si è aperta a livello internazionale, grazie anche alla collaborazione con la nostra Università. La presenza di un ente dove si pratica il metodo scientifico e la ricerca è fondamentale, specialmente in un contesto globale che vede un aumento delle tendenze antiscientifiche”.

La cerimonia si è conclusa con la preghiera del Vescovo emerito monsLuigi Bressan.

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