Il Comune di Telve demolirà un suo edificio storico, sede dell’ex municipio

foto © Google Maps

È di recente diffusione la notizia riguardante il finanziamento provinciale di 300.000 euro per la demolizione di un edificio del centro storico di Telve che, in passato, aveva accolto anche funzioni pubbliche e associative, essendo stato sede del Municipio, dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA) e dei Vigili del Fuoco Volontari (VVF). L’azione, proposta dal Comune stesso, ha come scopo la realizzazione di un parcheggio in quello stesso spazio.

Pubblichiamo qui di seguito una lettera del consiglio direttivo di Italia Nostra, che “ha sempre sollevato allarme e critiche al depauperamento in atto, che sembra non arrestarsi” afferma la presidente Manuela Baldracchi. “Quello di Telve non è, purtroppo un caso isolato, tanti ne sono già avvenuti, ma sarebbe opportuno riuscire a fermarlo, con gli strumenti della cultura e della logica”:

Demolire gli edifici storici è una svalutazione del proprio patrimonio

Il programma del Comune di Telve di demolire un edificio del centro storico, che caratterizza fortemente quell’ambito urbano, nucleo propulsore della vita e dello sviluppo del paese, lascia sconcertati. E la finalità espressa – annullare una testimonianza storico/architettonica per realizzare un parcheggio – rende ancora più assurda tale prospettiva.

Sorprende la volontà dell’amministrazione comunale di depauperare il valore del proprio patrimonio edilizio – architettonico, non tenendo conto che proprio l’unicità di tali edifici e la loro conservazione mediante mirate operazioni di restauro o di risanamento, possono ancora caratterizzare e valorizzare il territorio che li ha generati e nel quale sono straordinariamente inseriti.

La ricchezza di un luogo è data anche dal suo grado di autenticità e dalla presenza di componenti non ritrovabili in altri contesti. Perseguire lo stravolgimento dell’assetto urbano e la creazione di “buchi” nel fitto tessuto storico, è un’operazione di impoverimento di tutto il contesto. Sminuire il valore degli edifici e permetterne l’abbattimento equivale a gettare un bene prezioso che non sarà mai più recuperabile, quando invece la responsabilità dell’amministrazione pubblica dovrebbe essere valorizzare e tramandare alle nuove generazioni l’eredità che le è stata consegnata.

Ogni edificio è testimonianza di più storie: la sua specifica e le tante vissute dal paese. È sufficiente porre un po’ di attenzione per leggerne le tracce sugli intonaci, sui muri, sugli avvolti e negli ampi spazi. Questo edificio, che in tempi passati ha accolto anche funzioni pubbliche e associative – essendo stato sede municipale, di ANA e VVF – deve essere rispettato e conservato, per sé e per il contesto, perché è in grado di raccontare una preziosa storia comune.

La possibilità di demolire gli edifici storici soggetti a ristrutturazione edilizia è stata introdotta nella normativa urbanistica provinciale da poco tempo, rinnegando decenni di elaborazione culturale e d’impegno pianificatorio per la salvaguardia dei centri storici. Risale, infatti, alla prima metà degli anni ’70 la definizione delle prime norme che si proponevano di salvaguardare, tutelare e riutilizzare socialmente gli insediamenti storici esistenti come supporto delle funzioni e modi di vita tradizionali, poiché formano un patrimonio culturale ed economico di primaria importanza della comunità trentina. Si era riconosciuto quindi il valore dei centri storici quali beni culturali ed ambientali, di cui promuovere la conoscenza, protezione, conservazione, riqualificazione e rivitalizzazione per contribuire, in termini non solo di convenienza individuale ma anche di interesse collettivo, ad un più soddisfacente equilibrio economico-sociale del territorio.

Varie ulteriori elaborazioni normative hanno mantenuto l’obiettivo primario della salvaguardia del bene storico ed ampliato tale concetto a tutto l’insieme urbano di pertinenza, allo spazio pubblico, a quello di uso collettivo, alla rete di vicoli, vie e piazze.

Distruggere tutto ciò in nome di una sommaria teoria di efficientamento del sistema insediativo storico comporta, oltre alla perdita del legame tra luogo, storia e abitante, anche un danno materico, economico e soprattutto culturale.

Italia Nostra sezione trentina

Il consiglio direttivo

vitaTrentina

Got Something To Say?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina