Il 2024 sarà ricordato in provincia di Trento per un’ottima produzione di olive a livello di qualità, ma scarsa in termini di quantità. In tutto il Nord Italia le rese sono state basse, a causa dell’andamento meteorologico sfavorevole.
I dati sono emersi durante la quinta giornata tecnica delle regioni produttive del Nord Italia e della Slovenia, che si è svolta martedì 4 febbraio presso l’auditorium dell’oratorio di Arco, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach.
Nel 2024 sono state conferite nei frantoi dell’Alto Garda trentino 2.845 tonnellate di olive, che hanno prodotto 311,4 tonnellate di olio, con una resa del 10,95% (0,146% sul nazionale). L’assenza di problemi parassitari e la raccolta molto veloce perché concentrata in poche settimane hanno garantito una buona qualità dell’olio, anche se non particolarmente ricco di polifenoli.
Relativamente alle malattie fungine del Nord Italia si segnala un aumento del cicloconio e della piombatura. L’occhio di pavone si è diffuso sulle varietà maggiormente sensibili; la tignola non ha determinato problemi, mentre la margaronia ha causato danni, anche significativi. Nell’areale sloveno si stanno conducendo importanti studi sugli acari eriofidi e su come possano influire in maniera significativa sull’allegagione nell’oliveto. Anche nell’area litoranea giuliana italiana ne è stata appurata la presenza