È già passato un anno da quando, nel gennaio 2024, su iniziativa delle associazioni il Funambolo e Harpo, con la collaborazione del Liceo classico “Prati”, si riaprivano le porte della storica palazzina liberty di piazza Garzetti, a Trento. Da ex mensa popolare, bagno pubblico e, in seguito, spazio scolastico, lo stabile tornava alla cittadinanza nella nuova veste di centro culturale dedicato al cinema e alle arti visive. 365 giorni, centinaia di proiezioni, decine di corsi, laboratori e appuntamenti culturali dopo, HarpoLab – questo il nome del progetto, ispirato al meno noto ma forse più folle dei fratelli Marx – può certamente festeggiare il bilancio estremamente positivo con cui si è chiuso il suo primo anno di vita.
Lo farà sabato 25 gennaio, con una giornata piena di iniziative che si aprirà già al mattino, alle 10.30, con la proiezione di “Colazione da Tiffany”, e andrà avanti fino a notte tra film d’autore, incontri, dibattiti, laboratori, mostre e anticipazioni delle attività che verranno. Una lunga festa che permetterà a chi non conosce HarpoLab di scoprirne lo spirito e la vitalità, e a chi già lo frequenta di sentirsi ancora una volta un po’ a casa, tra le mura del centro che nel suo primo anno di vita ha saputo coinvolgere ben 1330 soci tesserati. “Un ottimo numero per essere il primo anno, ma può crescere ancora”, commenta Elisa Pucci, che per HarpoLab si occupa dell’organizzazione e dei progetti: “Vogliamo continuare sulla strada tracciata finora, implementando nuovi meccanismi che ci permettano di coinvolgere sempre più persone”, racconta. A Trento dalla Liguria per studiare all’università, la giovane ha trovato nella realtà di HarpoLab un modo per mettersi in gioco in un mondo capace di unire la sua passione per il cinema alla dimensione dell’associazionismo, “per uscire dalla bolla dell’ambiente studentesco e venire a contatto con la cittadinanza trentina, in un modo molto professionalizzante, in cui sto scoprendo che dalla cultura si può anche tirare fuori un mestiere”, ci spiega. Una storia emblematica, nell’anno di Trento capitale europea del volontariato, comune a lei e agli altri giovani che si sono avvicinati ad HarpoLab nel periodo della sua sistemazione in vista dell’apertura, e in poco tempo si sono trovati ad esserne colonne portanti, al fianco del gruppo storico, da tempo attivo nell’ambito culturale trentino con l’associazione il Funambolo. Un’apertura sottolineata anche da Emiliano de Giovanelli, oggi responsabile della comunicazione di HarpoLab, che ha iniziato a frequentare dopo aver fatto il volontario al Festival CinemaZero: “Una volta finito il festival si è concretizzata l’opportunità di avere finalmente uno spazio da dedicare al cinema e mi sono fatto coinvolgere molto volentieri – ripercorre -. Volevo fare quel passo in più per conoscere e interpretare meglio il mondo del cinema, e qua è il massimo da questo punto di vista”. Con loro, nello staff, anche Guido Laino, direttore, Alberto Brodesco, addetto alle relazioni esterne, Marta Marchi all’organizzazione, Matteo Ranzi alla gestione tecnica e la grafica Asia Giuliani. “Una squadra eterogenea, tutti noi abbiamo sensibilità e formazioni diverse, e questo probabilmente è un valore aggiunto”, come considera de Giovanelli, alla quale si aggiungono numerose collaborazioni. Prima tra tutte quella con l’associazione Glow, che negli spazi di HarpoLab porta le sue attività nell’ambito della tecnologia e del digitale, fino al Centro Cultura Fotografica di Trento, che da poco si occupa della gestione della “sala Marker” (tutte le sale del centro sono intitolate a registi, artisti e personaggi nobili delle arti visive). Ma anche i tanti appassionati che, in questi primi 12 mesi, hanno proposto attività, corsi e rassegne cinematografiche, e che continueranno a farlo anche in futuro, perché, confermano i suoi giovani volontari, “HarpoLab vuole essere sempre di più un laboratorio creativo, uno spazio di comunità, aperto e vivo”.