“Dieci giorni in più di caccia alla Cesena solo per la polenta e osei”, la LIPU attacca la Provincia

Non è andata giù alla LIPU, la Lega Italiana Protezione Uccelli, la decisione della Provincia di Trento di aggiungere 10 giorni ( 7 effettivi in quanto tre sono di silenzio venatorio) di caccia alla Cesena Turdus pilaris, rispetto a quanto stabilito in precedenza.

Lo scorso 18 aprile la Giunta Provinciale aveva infatti approvato le prescrizioni tecniche, che indicano le specie e i periodi cacciabili, soggette a parere ISPRA, ma con l’ultima seduta dell’anno di giunta il periodo di caccia alla Cesena, che prevedeva in prima fase la chiusura al 9 gennaio, è stato allungato fino al 20. “Si tratta del consueto regalo ai cacciatori“, protesta la LIPU: “Le giustificazioni addotte dalla giunta non reggono in quanto potevano benissimo stabilire le date in prima stesura (18 aprile, son sempre loro che decidono) ma il rischio di perdere al Tar era troppo grande come dimostrano i vari ricorsi vinti in tutta Italia”.

La Lega Italiana Protezione Uccelli definisce la scelta figlia di una “politica usata per scopi personali e non nell’interesse della comunità, per altro molto disattenta e focalizzata ad arte solo sulle paure dei grandi carnivori. La cesena, meglio conosciuta come “Gardena) è una specie migratrice delle dimensioni simili ad un merlo, che dal nord Europa sverna nel bacino del Mediterraneo Francia, Spagna ecc. Italia compresa. In questo periodo, questi uccelli, dopo aver fatto migliaia di km e aver superato i pericoli del viaggio, arrivano stanchi e affamati da noi dove vengono accolti a fucilate, dai cacciatori capannisti Trentini. Questo tipo di caccia, che si pratica quasi esclusivamente da capanno, con l’uso di richiami vivi ( uccelli tenuti in una piccola gabbietta che con il loro canto attirano i propri simili) non è difendibile in alcun modo. Non è una specie pericolosa, non fa danni, checché ne dicano è in regresso rispetto ai numeri del passato, oltre che per la caccia anche per il cambiamento e lo sfruttamento del territorio, pertanto l’unica ragione per l’abbattimento è la polenta e osei“.

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