Sabato a Riva del Garda un presidio per la legalità

Riva e uno scorcio del lago di Garda

“L’opaco intreccio tra affari e politica locale che ha portato la procura della Repubblica ad aprire un’indagine e ad emanare provvedimenti restrittivi per alcuni amministratori e imprenditori tra il Basso Sarca e l’Alto Adige lascia sgomenti migliaia di cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori e pensionate e pensionati in Trentino. Tutto questo impressiona l’opinione pubblica per la vastità e la trasversalità degli interessi in campo ed indica il manifestarsi del crepuscolo di un modello di sviluppo ancorato alla crescita indefinita del cemento e della speculazione”. Lo scrivono in un messaggio congiunto il presidente delle Acli trentine Walter Nicoletti, il presidente dell’Anpi Mario Cossali, il presidente di Arci del Trentino Andrea La Malfa, il presidente di Cisl del Trentino Michele Bezzi, il presidente di Cgil del Trentino Andrea Grosselli e il presidente di Uil del Trentino Walter Alotti, che lanciano un presidio per la legalità sabato 7 dicembre alle 10.30 in piazza 3 novembre a Riva del Garda.

“Come rappresentanti della società civile, nel rispetto della presunzione di innocenza, ribadiamo la nostra gratitudine per i magistrati inquirenti e le forze dell’ordine che stanno indagando per fare piena luce su quanto accaduto nell’Alto Garda. Una magistratura libera ed indipendente è il prerequisito per il buon funzionamento di ogni società. Tuttavia non possiamo dimenticare come il contenzioso urbanistico ed edilizio ora oggetto di indagine, animava da anni le cronache giornalistiche ed il dibattito pubblico. Nessuno può dire di non conoscerne i contorni”, scrivono Acli, Anpi, Arci, Cisl, Cgil e Uil.

“Dobbiamo quindi ammettere che, se oggi i provvedimenti giudiziari emessi dalla procura colpiscono per la loro gravità, noi per primi, come cittadini, abbiamo forse sottovalutato le conseguenze di un rapporto tra politica e imprenditoria che rischia ancora una volta di trasformarsi in patologia, inquinando la vita civile ed economica delle nostre comunità e mettendo in pericolo la tenuta sociale di cui la politica è prima garante”.

“L’intervento della magistratura ci dice che oggi il sistema immunitario della comunità rischia di non fare da argine a comportamenti che superano il rispetto formale e sostanziale dei ruoli e creano un anomalo intreccio fra garanti degli interessi pubblici e rappresentanti degli interessi privati. È necessaria pertanto una mobilitazione delle persone e delle coscienze che, al di là della ricerca delle responsabilità che competono alla magistratura, innalzi il livello di attenzione e di responsabilità da parte della società trentina nei confronti della legalità e dell’interesse superiore rappresentato dai beni comuni e dai diritti della cittadinanza ad abitare una comunità operosa, inclusiva e trasparente”.

“Per questo chiediamo a tutte le cittadine ed a tutti i cittadini trentini di tenere alta l’attenzione e ribadire pubblicamente il ‘no’ della nostra comunità ad ogni forma di intreccio perverso tra affari e politica perché il bene pubblico viene prima di ogni interesse privato. Solo così potremmo riportare al centro dell’agire politico lo sforzo comune per uno sviluppo economico, sociale e civile rispettoso delle regole e della democrazia”.

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