Retribuzioni impoverite, in mille lavoratori a protestare sotto il Consiglio provinciale

Erano in mille le lavoratrici e i lavoratori che questa mattina si sono presentati sotto il Consiglio provinciale per reclamare maggiori risorse per adeguare le retribuzioni impoverite dall’inflazione e non adeguate dall’ultimo rinnovo contrattuale, ma nessun incontro c’è stato con i capigruppo consiliari. Durante la protesta, infatti, è arrivata la comunicazione del presidente Soini che, rimandando a domani l’incontro con i sindacati, di fatto chiudeva ad un confronto con i lavoratori del pubblico impiego e della scuola. Una scelta, assunta a maggioranza dai capigruppo, gravissima. “Il presidente non si è fatto garante delle istanze delle lavoratrici e dei lavoratori, non ha favorito il confronto. L’incontro di domani in Prima commissione era già in programma e riguarda la legge di stabilità in generale. Così non solo ci si prende gioco dei lavoratori, ma si manca di rispetto a chi pacificamente riempe la piazza e chiede solo un confronto. E’ l’ennesimo solco che si scava tra chi siede nell’Aula e chi vive nella vita reale”, hanno commentato duri il segretario della Cgil, Andrea Grosselli, con i segretari generali di Fp Cgil e Flc, Luigi Diaspro e Raffaele Meo.

Restano, dunque, tutte sul tavolo le ragioni della protesta di questa mattina. Tra il 2022 e il 2024 le buste paga del comparto pubblico e della scuola hanno subito un taglio del potere d’acquisto reale pari a 330 euro e l’ultimo rinnovo contrattuale ha portato nelle tasche di lavoratori e lavoratrici del sistema pubblico trentino, della sanità e della scuola un aumento di appena la metà, cioè 165 euro. Calcolatrice alla mano dunque non c’è stato nessun recupero della capacità di spesa.

“Siamo convinti che le autonomie locali, la sanità e la scuola pubblica costituiscano assi fondamentali per il buon funzionamento della nostra comunità e contribuiscano ogni giorno, con l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori, a mantenere la nostra società coesa ed efficiente – hanno detto i segretari provinciali Meo e Diaspro-. Queste figure vanno però valorizzate e le loro competenze riconosciute e il giusto adeguamento salariale è un elemento indispensabile, pena l’acuirsi del fenomeno dell’abbandono dei posti di lavoro e della scarsa attrattività sociale ed economica del lavoro e del ruolo pubblico”.

Le categorie di Via Muredei chiedono uno stanziamento di risorse aggiuntive sul triennio 22/24, per far fronte ad un’inflazione, ma anche risorse per un piano straordinario di assunzioni, fondato sul rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per contrastare il precariato, difendere il perimetro pubblico dei servizi e contrastare la deriva delle privatizzazioni in corso. Dal sindacato anche la richiesta del finanziamento del sistema sanitario provinciale, per salvaguardare la sanità pubblica, rafforzando retribuzioni e livelli indennitari del personale. Tra le altre richieste anche stanziamenti adeguati per armonizzare i contratti pubblici trentini, finanziare adeguatamente la revisione degli ordinamenti professionali di autonomie locali e sanità, ma anche la sollecitazione a valorizzare e sburocratizzare la scuola, restituendo insegnanti, coordinatori pedagogici, direttori e dirigenti scolastici al loro ruolo pedagogico e didattico. Infine la richiesta a superare la logica degli accordi stralcio economici, rinnovando anche la parte giuridica dei contratti e l’adozione di un modello diffuso ed efficace dello smart working. Tutte richieste per cui, oggi, il presidente del consiglio e la maggioranza dei capigruppo non hanno trovato tempo.

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