L’Unione delle Camere penali italiane boccia senz’appello il cosiddetto “pacchetto sicurezza”, che dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati, sarà ora sottoposto al vaglio del Senato. Un provvedimento, il ddl 1660, dice l’associazione alla quale aderiscono 128 Camere Penali territoriali con oltre 10mila avvocati penalisti iscritti, che rivela “nel suo complesso e nelle singole norme una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, caratterizzata da uno sproporzionato e ingiustificato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi ed ai danni dei soggetti più deboli“.
L’Unione delle Camere penali lo ha ribadito nella manifestazione nazionale che si è tenuta a Roma martedì 5 novembre, nel pieno dei tre giorni di astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale deliberati per i giorni 4, 5 e 6 novembre. “Un provvedimento che ha il segno dell’incostituzionalità, che si pone in contromano nell’autostrada del diritto penale liberale, ma soprattutto opera una criminalizzazione delle condotte in base a ciò che si è e in base a una catalogazione della marginalità, del disagio e del dissenso“, ha detto in conclusione dei lavori il presidente Francesco Petrelli.
A Trento, la Camera penale “Michele Pompermaier” ha promosso questa mattina, in concomitanza con la manifestazione romana, nell’aula della Corte di Assise al Palazzo di Giustizia un’assemblea pubblica “per la difesa delle garanzie, dei diritti e della dignità di tutti”.
L’avvocato Roberto Bertuol, presidente della Camera Penale di Trento e Rovereto, ha motivato l’astensione dalle udienze degli avvocati penalisti con la necessità di fare pressione sul Parlamento perché siano introdotte modifiche alle norme del “pacchetto sicurezza” “in senso conforme alla Costituzione ed ai principi del diritto penale liberale” e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi per la tenuta democratica dell’intero sistema penale con l’introduzione di norme giudicate “securitarie e illiberali”.
L’avvocato Alessandro Meregalli, segretario della Camera Penale di Trento e Rovereto, ha riassunto i contenuti più problematici del “pacchetto sicurezza”, “una congerie di provvedimenti che non daranno maggiore sicurezza ai cittadini e che pongono anche seri problemi di interpretazione”, con una duplicazione di norme e un accanimento verso categorie deboli di cittadini (vedi il reato di accattonaggio). Dubbia sarebbe anche la capacità di deterrenza, a suo dire, del nuovo reato introdotto per punire le rivolte dentro le carceri. “Invece che curare la patologia – ha sintetizzato Meregalli -, si guarda al sintomo”.
Sulle conseguenze dell’introduzione di nuovi reati e di nuove misure repressive sulla situazione già drammatica delle carceri italiane si è soffermata l’avvocata Veronica Manca, componente dell’Osservatorio carcere della Camera Penale di Trento, che con dovizia di dati ha descritto il desolante panorama che registra già 79 suicidi dall’inizio dell’anno, e nella grande maggioranza dei casi a togliersi la vita sono persone detenute nei primissimi giorni dietro le sbarre, oppure ormai prossime al fine pena. Pesa il sovraffollamento, con numeri – 62.210 persone ristrette, quando i posti teoricamente disponibili sarebbero 51.181 – che riportano ai numeri del 2013, prima della sentenza Torreggiani che vide la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani. Celle anguste, mancanza di spazio e carenza di attività trattamentali sono già la norma. La creazione di nuovi reati e l’inasprimento delle pene, che rispondono a un disegno carcerocentrico, non potranno che peggiorare situazioni già difficili, quando non drammatiche.
In chiusura, il presidente Bertuol, sottolineando l’adesione “massiccia” all’astensione dalle udienze, ha ribadito che l’obiettivo dell’Unione Camere Penali italiane è far correggere le storture del “pacchetto sicurezza”, su alcuni aspetti del quale le Camere Penali non hanno avuto nulla da eccepire. “Ma al legislatore occorre chiedere attenzione quando usa la penna per scrivere il diritto penale”. Mentre da alcuni avvocati è arrivato nuovamente il richiamo a sollecitare il Parlamento ad adottare tutte le opportune modifiche alle norme del pacchetto sicurezza in senso conforme alla Costituzione ed ai principi del diritto penale liberale, pena lo stravolgimento dello Stato di diritto.
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