Trento è la seconda città più sostenibile d’Italia. Nella trentunesima edizione dell’indagine di Legambiente pubblicata oggi sul Sole 24 ore, il capoluogo del Trentino è ancora sul podio insieme a Reggio Emilia, che quest’anno conquista il primo posto, e a Parma, terza. Bolzano quest’anno è nona. Nello studio sulle performance ambientali dei 106 capoluoghi italiani, negli ultimi anni Trento continua a oscillare tra il primo e il secondo posto, senza dunque allontanarsi mai dai primissimi posti della graduatoria.
Anche quest’anno dunque Trento conferma le abituali ottime performance nei settori chiave dello studio (aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente). Ad esempio sono buoni i dati relativi agli inquinanti atmosferici, calano ancora i consumi idrici che si attestano a 139 litri pro-capite al giorno (erano 147,4 l’anno passato, 149,7 due anni fa e 151,3 litri tre edizioni fa). Prosegue anche il lieve, ma costante negli ultimi anni, calo della produzione pro-capite dei rifiuti che dai 446 della passata edizione (erano 454 due anni fa) si ferma ai 426 Kg/ab/anno. Contestualmente migliora di oltre un punto percentuale la raccolta differenziata dei rifiuti: da 82,5% della scorsa edizione tocca l’83,6%, dato che conferma Trento tra le città migliori in assoluto. Costanti, anche i passi avanti nei passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico locale che dai 136 viaggi pro-capite annui della passata edizione arriva quest’anno a 143.
Crescono ancora anche i metri equivalenti ogni 100 abitanti di infrastrutture per la ciclabilità, che dagli 8,67 di tre anni fa, gli 8,92 di due anni or sono e gli 8,95 della scorsa edizione quest’anno arrivano a superare i 9 fermandosi a 9,24 metri equivalenti ogni 100 abitanti di infrastrutture per la ciclabilità: si tratta di un dato ancora lontano dalle migliori città in assoluto in questo indice, ma in costante e lento miglioramento.
Trento infine migliora anche nel solare su edifici pubblici dove tocca i 15,12 Kw ogni 1000 abitanti di solare installato su edifici pubblici (erano 14,81 l’anno passato), entrando tra le migliori dieci in questo indice.
Non mancano i parametri da migliorare: per esempio è ancora elevato il tasso di auto circolanti mentre è in calo l’indice dedicato all’offerta del servizio di trasporto pubblico locale, dovuto probabilmente alla riduzione delle corse legata alla mancanza di autisti. Si registra inoltre un peggioramento nell’uso efficiente del suolo che scende da 7,5 su 10 della passata edizione a 7/10: il dato si spiega con lo stop alle costruzioni nel periodo della pandemia e con la ripresa post Covid durante la quale sono state concretizzate alcune previsioni del piano regolatore.
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