Il professor Vecchioni in Val Duron per salutare I Suoni delle Dolomiti

È terminata domenica 29 settembre la 29ᵃ edizione del Festival I Suoni delle Dolomiti, con più di 8000 persone presenti ad assistere al concerto che ha visto protagonista il professor Roberto Vecchioni, accompagnato da Lucio Fabbri al violino e Massimo Germini alla chitarra acustica. A fare da palcoscenico a questo ultimo concerto della stagione è stata la Val Duron, nei pressi del rifugio Micheluzzi, tra le Dolomiti di Fassa.

Fra musica e parole, il  “professore” ha voluto regalare ai presenti un momento intimo, di confidenze, di ricordi e aneddoti, sfogliando le pagine del suo diario di una vita. E così, con tutta la sensibilità di poeta, ha esordito con la canzone per lui più bella fra le oltre 300 che ha scritto: “Storia e Leggenda del Lanciatore”, un inno al portare luce e bellezza nel mondo, un inno alla vita vera, quella di abbracciare e condividere con gli altri. Non poteva mancare “Ti insegnerò a volare”, come sprone a guardare sempre avanti con la curiosità del bello che deve ancora venire. E poi protagonista l’amore, quello verso tutte le donne, ma soprattutto verso sua moglie per cui ha intonato una sincera dichiarazione d’amore con “La mia ragazza”. Ed ancora amore per il mestiere di artista “che non produce Pil, ma da emozione che è il motore della vita” con “Vincent”,  oppure amore per la vita con “La bellezza”.  Spazio poi alle pagine più famose da “El Bandolero Stanco” o “Luci a San Siro” e “Chiamami ancora amore”.

Durante il concerto, spazio anche per un pensiero a tutte le donne che subiscono la guerra in questo momento, ma anche quelle invisibili per i media di Iran, Pakistan e poi le studentesse di Russia e Israele zittite dai regimi, ricordate con “Cappuccio Rosso”, brano dedicato ad una soldatessa Curda. Infine l’abbraccio con il Popolo dei Suoni che in coro ha cantato e ballato “Samarcanda” sotto il sole che illuminava i prati della Val Duron.

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