CGIL e Arci contro il CPR a Trento: “Come ha detto don Lauro, accoglienza e integrazione uniche soluzioni”

CGIL e Arci del Trentino esprimono una netta contrarietà rispetto all’annunciata apertura in Trentino di un Cpr, un Centro di permanenza per i rimpatri, che secondo il presidente della Provincia di Trento Fugatti, potrà essere “una delle risposte che la giunta provinciale dà al problema della sicurezza”.

“La decisione della Giunta provinciale di realizzare a Trento un centro di permanenza per i rimpatri dimostra ancora una volta l’assoluta mancanza di volontà della destra di gestire davvero i flussi migratori. L’idea è sempre e solo una: criminalizzare i richiedenti asilo e descrivere i fenomeni migratori come un problema da risolvere con metodi di polizia. Una soluzione del tutto sbagliata che porterà sulla città nuovi problemi di ordine pubblico“, spiega una nota congiunta delle sue organizzazioni: “Nessun Cpr potrà mai essere una struttura men che meno dignitosa perché si tratterà di un semplice luogo di detenzione per persone che di fatto hanno commesso il solo reato di desiderare una vita migliore per sé e per la propria famiglia”.

CGIL e Arci del Trentino, confidando nel fatto “che la città si opponga con forza alla nascita di questa struttura e reclami nuovi investimenti per una vera accoglienza dei profughi affinché possano essere integrati all’interno della comunità trentina”, citano le parole dell’Arcivescovo di Trento: “Come ha detto don Lauro Tisi, solo l’accoglienza, solo l’integrazione rappresentano le vere soluzioni sia della gestione dei flussi migratori, sia dei problemi di ordine sociale e culturali della convivenza”.

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