L’Università di Trento svilupperà una tecnologia per migliorare la sicurezza di ciclisti ed escursionisti

Il gruppo di ricercatori dell’Università di Trento, appassionati di mountain bike

Un gruppo di studiosi dell’Università di Trento sta progettando un dispositivo che segnali punti pericolosi e ostacoli lungo i sentieri di montagna.

Il sistema si baserà su tecnologie già esistenti, progettate per la prevenzione degli incidenti in contesti cittadini: «Esistono già tecnologie standardizzate per la comunicazione da veicolo a veicolo. Quello che noi volevamo capire è se funzionano anche in montagna, dove ci sono caratteristiche ambientali particolari e non sempre è presente un’infrastruttura cellulare» spiega Michele Segata, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione. Si tratta ancora di uno studio preliminare, ideato insieme a Michele Zucchelli, laureando magistrale in Ingegneria dell’Informazione e delle Comunicazioni.

Dopo un primo sopralluogo in Val Gardena per la mappatura del territorio, i due ricercatori hanno svolto una campagna di misurazioni, individuando i punti più interessanti dove condurre i rilevamenti, otto in totale. I test sono stati fatti su due percorsi: uno di downhill, riservato esclusivamente alle bici, e un altro condiviso con escursionisti a piedi. I dispositivi di comunicazione sono stati montati a bordo dei due veicoli, il primo fermo, il secondo in movimento. Ogni radio ha registrato le informazioni ricevute dall’altra inerenti alla qualità del segnale, in quale punto questo veniva perso, la distanza tra i due apparecchi. Acquisiti i dati, è stato il momento dell’analisi. Quello che è emerso è che le tecnologie funzionano, ma permangono alcuni problemi legati all’ambiente e alla perdita del segnale GPS, necessario per la comunicazione. L’Università di Ulm, in Germania, sta studiando come perfezionare le prestazioni delle tecnologie di localizzazione, per renderle più precise e migliorare la comunicazione tra escursionisti e ciclisti.

I passaggi successivi riguarderanno l’ingegnerizzazione dello strumento, la creazione dell’interfaccia con l’utente, il design dei componenti elettronici. Nelle intenzioni degli autori dello studio si prevede anche la possibilità di far partire automaticamente la richiesta di soccorso se il dispositivo rileva un incidente.

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