Vi sono dei lembi di territorio, spesso assai piccoli nell’estensione, che passano inosservati proprio per la loro limitata visibilità. Riconoscerne la funzione sociale, intesa come opportunità di conoscenza e quindi di valorizzazione, è un impegno, se non un dovere, delle amministrazioni. L’importanza in questo caso naturalistica, ma non solo, di un piccolo lembo di terra, comunicata con efficacia alla comunità locale, ma anche al pubblico del turismo di passaggio, nobilita le politiche delle amministrazioni che sanno trarre da queste opportunità il valore aggiunto che anche le piccole cose possono trasmettere. Nel comune di Castello- Molina di Fiemme, la modesta altura del Dos Brozin (1042 m.), è racchiusa tra le Valli di Aguai e di Predaia percorse dal Rivo di Solaiolo e la parte terminale del corso del Torrente Avisio nella Valle di Fiemme geografica, prima che questa si chiuda verso le aspre sponde della Valle di Cembra. La formazione geologica della Piattaforma Porfirica Atesina, risalente all’attività vulcanica avvenuta 260 milioni di anni fa, nel Permiano Inferiore, e modellata dai ghiacci del Quaternario fino a 10.000 anni fa, ha conservato un susseguirsi di avvallamenti ed alture che hanno permesso la formazione di ambienti naturali differenti. L’opera dell’uomo ha modificato puntualmente l’aspetto e le caratteristiche delle essenze vegetali presenti, trasformando il bosco in pascolo e piantando specie arboree che potessero giovare alle necessità delle economie locali. L’ambiente che ora caratterizza Dos Brozin e le aree confinanti è valorizzato dalla presenza di alcune Riserve naturalistiche locali, che presentano dei piccoli stagni, oramai in procinto di trasformarsi in paludi torbiere, ricche di biodiversità e meritevoli di essere conservate e protette. Il bosco è principalmente di Pino silvestre, nel quale si aprono radure colonizzate dalla Betulla. L’Amministrazione locale ha allestito un sentiero di visita ben segnalato sul terreno, che offre numerosi spunti di riflessione attivati da una quindicina di tabelle a tema. L’ambiente che si attraversa è del tutto accattivante, ricco delle biodiversità che lo caratterizzano, con scorci e vedute che permettono di riconoscere la peculiarità del luogo e quindi di attivare la corretta percezione di dove e chi siamo in rapporto alla natura che ci circonda. I colori e le luci della stagione favoriranno ulteriormente questa osmosi.
L’ITINERARIO: La località Vecchia Stazione si trova sulla SS48 che da Passo San Lugano porta all’abitato di Castello di Fiemme e poi a Cavalese, proprio nei pressi del bivio per queste due località. È possibile fermare la macchina nel posteggio davanti alla segheria, oppure entrare nella stradina, che diventa pista ciclabile e che conduce alla casa degli Alpini, dove vi sono alcuni posti disponibili. Seguendo la ciclabile si costeggia il recinto della segheria, si tralascia il bivio a destra e raggiunto il bosco si prende sempre a destra la stradina che sale al Dos Brozin. Seguendo le indicazioni è facile percorrere l’itinerario, che tocca alcuni punti panoramici. Una passerella permette di scavalcare un lembo di torbiera e senza fatica, con brevi saliscendi, si completa il percorso, incontrando il pascolo, il bosco, l’ambiente umido, la radura, ecc. Raggiunta nuovamente la pista ciclabile, in breve si ritorna al punto di partenza.
IL PERCORSO: lunghezza 3,8 km dislivello +110 m durata 1,5 ore
Punti di interesse:
RETI DI RISERVE DEL TRENTINO: È un progetto dal carattere innovativo nell’ambito della tutela dell’ambiente trentino. Si tratta di un modo più efficace di gestire e valorizzare le aree protette di Natura 2000 esistenti. Viene gestita localmente dai Comuni aderenti su base volontaria, convertendo in termini istituzionali il concetto di rete ecologica. L’ambito in cui ci troviamo ricade nella Rete di Riserve della Valle di Fiemme destra Avisio. Fu istituita nel 2013 e il Dos Brozin ne costituisce una peculiarità caratteristica.
VECCHIA STAZIONE: Si tratta della stazione del treno a scartamento ridotto che serviva i paesi di Molina e Castello di Fiemme. La ferrovia fu costruita durante il Primo conflitto mondiale e tenuta in funzione per collegare Ora in Valle dell’Adige con Predazzo in Valle di Fiemme. Il trasporto di merci e passeggeri venne continuato fino al 1963, anno in cui, cedendo alle lusinghe del trasporto su gomma, venne decisa la soppressione. Lungo gran parte del suo antico percorso, ora corre una pista ciclopedonale.
Con questo numero si conclude questa nuova serie di itinerari proposti da Augusto Cavazzani a partire dal numero 25/2024.
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