Sull’antica via che collegava Arco e l’Alto Garda alla Vallagarina e a Trento, attraversando i passi di Santa Barbara e di Bordala, si incontra il piccolo e pittoresco Lago di Cei. Originato da un’antica frana che ostruì in parte l’emissario, come spesso accadde per molti bacini lacustri del nostro territorio; dopo il naturale assestamento idrogeologico si presenta con l’attuale fisionomia. Il ritrovamento di alcuni ceppi di faggio radicati sul fondo ha permesso, attraverso gli studi dendrocronologici, di datare la formazione del lago intorno alla fine del XIII secolo. Dalle cronache giunte fino ai nostri giorni, i boschi di Cei e le sponde del lago vennero visitati dalla borghesia mitteleuropea, soggiornando presso le dimore di villeggiatura della nobiltà trentina. Tra questi, in epoche diverse, Carlo V imperatore del Sacro Romano Impero, l’arciduchessa Stephanie del Belgio, Elisabetta imperatrice d’Austria. Fu luogo di rifugio per gli sfollati dai bombardamenti delle città di fondovalle e di attività partigiane durante la Seconda guerra mondiale. Tra cronache e leggende Mauro Neri, in “Fondati sulle rocce” edito da ViTrenD, ci racconta la storia dell’eremita frate Atanasio dell’Eremo di San Martino in Trasiel. Il romitorio è annesso ad una chiesetta di antichissima costruzione, si ipotizza anteriore al X secolo, ma citata solamente dal 1200, posta in cima ad un panoramico colle. Sono numerose le costruzioni che si affacciano sul lago o nei suoi dintorni, forse la più caratteristica è Villa Maria, di proprietà della famiglia de Probizer, residente ad Isera. Componente illustre della famiglia fu il dottor Guido de Probizer, che ricoprì il ruolo di medico distrettuale superiore a Rovereto negli anni a cavaliere del 1900, impegnandosi con risultati più che lusinghieri alla lotta contro la pellagra, malattia invalidante e mortale, diffusa per lo più nelle zone rurali, causata dalla mancanza di vitamina PP. Accanto alla villa sorge una chiesetta in stile neogotico, fatta costruire nel 1891 dal fratello di Guido, Francesco. Nella parte settentrionale del lago, di fronte al Centro di soggiorno montano per l’assistenza del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, di proprietà del Ministero dell’Interno, a 7 metri di profondità, nel 1973 fu posata una statua della Madonna, tuttora presente e ricordata, nel 24° della posa, con l’erezione di un piccolo capitello. Il Lago di Cei, gli altri piccoli bacini limitrofi, nonché le zone umide circostanti, ricadono nella Riserva Naturale Provinciale Prà dell’Albi – Cei. Inserita nella Rete di Riserve Bondone, è catalogata quale Zona Speciale di Conservazione, destinata alla conservazione della diversità biologica, secondo le direttive comunitarie note come Rete Natura 2000. Nonostante il riconoscimento di Riserva Naturale imponga determinate regole di comportamento, la coesistenza in questo ambiente di numerose abitazioni, per lo più stagionali, pare non comporti situazioni di conflitto, così come la balneabilità delle acque del lago.
L’ITINERARIO: Quattro sono le aree per il possibile inizio della passeggiata, in corrispondenza di altrettante aree sosta. La nostra proposta prende avvio dal punto sosta più settentrionale e procederà in senso antiorario. La stradina si sviluppa attraverso alcune proprietà private ed in breve raggiunge le sponde del lago. Proseguendo si costeggia il citato Centro VV.F., un’altra spiaggia prativa per poi allontanarsi dalla riva e raggiungere la strada provinciale. Lungo un sentierino che costeggia la strada si prosegue il giro del lago, raggiungendo un’altra spiaggetta. Attraversata la strada si segue l’indicazione Chiesetta de Probizer, che incontriamo dopo una leggera salita. Proseguendo per la sterrata si incontra un bivio in corrispondenza di una costruzione, si prende la destra e in un bel bosco di faggi, nel senso opposto all’andata, ma alti sopra la strada, in breve si giunge al Capitel de Doera, curiosa costruzione in cima ad un sasso, rimasta a mo’ di spartitraffico in mezzo alla strada. Nell’intrico della esuberante segnaletica, si segue l’indicazione Sentiero Naturalistico Biotopo, in legno, che percorre la stradina asfaltata per un buon tratto. In corrispondenza di un altro punto sosta, a sinistra si snoda una carrareccia nel bosco che costeggia il Lago Prà dall’Albi. Ora le indicazioni del Sentiero Naturalistico portano ad inerpicarsi lungo un sentiero verso sinistra. Ma se vogliamo far visita alla chiesetta di S. Martino è necessario prendere la destra, superare la strada asfaltata in corrispondenza di un altro posto sosta e seguendo le indicazioni salire al colle. Si torna per la medesima strada. Il Sentiero Naturalistico sale ad una sterrata che presa verso sinistra conduce ad un valico con crocifisso e poi scende lungo una strada a tornanti verso il punto di partenza.
IL PERCORSO: lunghezza 5,5 km, dislivello 170 m, durata 2,5 ore
Punti di interesse:
EREMO DI S.MARTINO: La chiesetta si presenta al visitatore con una facciata di semplice ma armoniosa fattura; addossato vi è il romitorio. Rimaneggiata nel tempo, la struttura era il fulcro di un probabile monastero, posto su una via di antico transito (Trasiel), di cui si intravedono i lacerti murari persi nella vegetazione circostante.
CHIESETTA DE PROBIZER: Dedicata a Santa Maria Assunta, è di proprietà della famiglia de Probizer. Eretta in stile neogotico su progetto del geometra Emanuele Kocler, è decorata a losanghe orizzontali bicolori, motivo ripreso nella vicina Villa Maria. All’interno una targa con scritta in onore dei genitori Sebastiano de Probizer ed Emilia de Vecelli, discendente della stirpe dell’artista Tiziano Vecellio da Pieve di Cadore.
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