Accoltellamento alla Fersina, Cgil del Trentino: “Tornare all’idea di un’accoglienza diffusa”

La residenza Fersina. Foto ufficio stampa PAT

“Quello che sta accadendo alla residenza Fersina non è solo responsabilità dei singoli che si macchiano di delitti da perseguire e condannare senza se e senza ma. La responsabilità è anche e principalmente della Giunta provinciale che ha smantellato il sistema di accoglienza diffusa e che persevera nella logica di ‘ghettizzazione’ dei migranti richiedenti asilo“. A ribadirlo in una nota è il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli, dopo il tentato omicidio alla Residenza Fersina avvenuto nella nottata del 15 agosto: quella notte un 28enne marocchino avrebbe tentato di accoltellare un connazionale di 29 anni. Mentre il ferito è stato preso in cura dal 118, il responsabile dell’accoltellamento è stato trovato dai carabinieri di Trento, intervenuti sul posto, in un luogo periferico ma sempre all’interno della Residenza.

“Nonostante gli sforzi degli operatori sociali che alla residenza Fersina ogni giorno lavorano per provare a garantire dignità, inclusione e assistenza ai profughi che nella stragrande maggioranza sono persone perbene alla ricerca solo di un inserimento a pieno titolo nella nostra comunità, l’idea di accentrare i migranti in attesa di asilo in pochissime strutture crea le condizioni perché atti di questo tipo si ripetano“, commenta Grosselli. “Una soluzione però c’è: abbandonare l’idea dei centri di permanenza e tornare all’accoglienza diffusa puntando sui servizi di inclusione e di integrazione e sull’inserimento sociale e occupazionale dei richiedenti asilo sul territorio. Peccato che questa sia anche l’unica strategia che la Giunta Fugatti, con miopia ideologica, non intende neppure prendere in considerazione”.

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