Banchetto di comunione fraterna

Illustrazione di Fabio Vettori

18 agosto 2024 – Domenica XX Tempo Ordinario B

Pro 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58

«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui». Gv 6,56

Continuiamo anche questa domenica le riflessioni eucaristiche suggeriteci dal capitolo sesto del vangelo di Giovanni. Eravamo partiti dalla condivisione, siamo passati attraverso l’educazione alla fede e alla gratuità, abbiamo scorto la portata esistenziale dell’Eucarestia e approdiamo oggi al suo significato di comunione fraterna.

Il termine comunione è così pregnante e pertinente, che perfino i bambini, conoscono l’espressione «fare la comunione». Ma che significa appunto «fare la comunione»? L’evangelista Giovanni non usa direttamente questa espressione ma termini quali «dimorare», oppure frasi articolate che sottolineano la comunione come un «vivere per», «essere per»: «Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me» (Gv 6,57). L’Eucarestia è pertanto la via che ci viene offerta per entrare in comunione con Gesù Cristo e, per mezzo di Lui con il Padre stesso nello Spirito. L’Eucarestia è il cibo che ci introduce nella vita di Dio, ci fa partecipare al rapporto di amore che unisce il Padre, il Figlio nello Spirito Santo. L’Eucarestia ci educa a «vivere per», ad «essere per», ci educa all’apertura, all’incontro, alla relazione, all’amore oblativo. Ci educa a ciascuna di queste dimensioni e ci introduce in ciascuna di esse. È segno e strumento di accesso a queste dimensioni.

Ma la comunione alla quale l’Eucarestia ci apre non è solo comunione personale con Dio. Vale la pena recuperare il contesto comunitario nel quale è avvenuta la moltiplicazione dei pani e nel quale Gesù sta parlando. La comunione è essenzialmente legata all’immagine del banchetto (nella prima lettura è presentato il banchetto imbandito dalla Sapienza, che il Nuovo Testamento identifica solitamente col Cristo stesso). L’altro volto della comunione è allora la fraternità. La comunione con Dio produce fraternità tra gli uomini. Da sempre chi è alla ricerca dell’autentica comunione con Dio si impegna altrettanto alacremente a far crescere in modo reale la fraternità tra gli uomini.

Il Vaticano II ha indicato nell’Eucarestia la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana, e ha auspicato la piena partecipazione di tutti i cristiani e di tutte le genti a questo banchetto imbandito da Cristo, perché ogni uomo possa entrare nella comunione della Trinità. La liturgia ci educa a pregare: “Rinnova, Signore, con la luce del Vangelo la tua Chiesa. Rafforza il vincolo di unità tra i fedeli e i pastori del tuo popolo, in unione con il nostro papa, il nostro vescovo e tutto l’ordine episcopale, perché il tuo popolo, in un mondo lacerato da lotte e discordie, risplenda come segno profetico di unità e di concordia” (Messale, Preghiera Eucaristica: La Chiesa in cammino verso l’unità).

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