Resterà aperta fino all’11 agosto presso il Forte Larino a Lardaro, organizzata da “Emergency delle Giudicarie”, un’interessante mostra di foto d’epoca realizzate da Ennio Binelli in Afghanistan nel lontano 1978 dal titolo “PRIMA: l’Afghanistan quando guerra e fanatismo in sembravano lontani”.
La mostra è frutto di un viaggio organizzato da un allora ventisettenne Ennio Binelli che, residente a Milano, partito assieme a due amici da Milano sulla “Hippy Trail”, rotta degli hippy (anche se lui non lo era), armato di poco bagaglio ed una macchina fotografica Pentax e 38 rullini, si fermò infine tre settimane in questo paese.
Qui Binelli ebbe occasione di trascorrere tempo in città con nomi a noi oggi tristemente noti come Herat, Kandahar, Jalalabad, Kabul, Bamiyan, Band-e-Amir, e conoscere da vicino e catturare con il suo obbiettivo luoghi, genti e costumi di questo stupendo paese asiatico che oggi, dopo la guerra con l’Unione Sovietica e l’avvento al potere dei Talebani, non è assolutamente più lo stesso.
“Ultimamente ho scannerizzato tutte le pellicole” – racconta Ennio Binelli – “E con viva sorpresa, dopo più di quarant’anni, ho scoperto un’enorme quantità di immagini che presentano la quotidianità di un popolo povero e pacifico, ma dignitoso e felice”.
Di fatto, ricorda Binelli, allora il popolo afghano si trovava in una situazione sociale ed economica preindustriale. Nonostante le difficili condizioni in cui viveva però appariva estremamente rilassato, anche se prontissimo all’azione. Le donne in particolare erano “forti e libere di essere se stesse, contente di ciò, delle loro tradizioni ma anche di poter decidere se vestire il burqa o all’occidentale”.
Di quelle popolazioni Binelli ricorda con immenso piacere la disinteressata ospitalità, la disponibilità e la benevola accoglienza dimostrata nei confronti suoi e dei due amici in quanto viaggiatori stranieri.
“Pensare che lì oggi è tutto distrutto, con la popolazione spostata di qua e di là o profuga e come ci sia questa mancanza assoluta di ogni libertà a causa del regime talebano è allucinante”, conclude Binelli.
A tre anni esatti da quell’agosto 2021 in cui l’America e altre potenze occidentali abbandonarono in fretta e furia gli il suolo afghano, subito finito nelle mani pesanti dei talebani, è forse bene ricordare quanto fosse migliore questo paese prima di loro.
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