“I risultati di questo sondaggio sono figli del pesante e irrazionale clima di disinformazione che quotidianamente colpisce tutti noi cittadini trentini”. A dirlo sono le associazioni Io non ho paura del lupo, WWF Trentino, Enpa del Trentino e Lav Trentino, dopo i risultati del sondaggio commissionato a Bva Doxa dalla Provincia di Trento. “Sono anni che noi abitanti del territorio siamo bersagliati da una mole di informazioni contrastanti e confuse su orso e grandi carnivori. Articoli, inchieste, dichiarazioni e sproloqui che fanno spesso leva sulle paure e che inevitabilmente hanno fatto crescere i timori nella popolazione residente”, continuano le associazioni.
“Oggi – proseguono le associazioni – quando si parla di orso il tema della sicurezza è l’unico ormai proposto dalla Provincia, eppure la possibilità di farsi male incontrando un orso resta talmente remota nella realtà che dovrebbe rimanere sì un tema importante, ma comunque marginale rispetto alla sicurezza negli ambienti naturali: basti pensare che solo nel corso del 2023, in Italia 492 persone sono decedute in montagna, 45 nel solo Trentino, così come testimoniato dall’ultimo rapporto del Soccorso Alpino e Speleologico. Eppure qui si continua a far credere alle persone che il problema, anzi l’unico problema, sia l’orso, mirando ad alzare di continuo in maniera immotivata e irrazionale il livello della paura e del confronto fra supposti “cittadini / ambientalisti da salotto” che del vivere nell’ambiente non sanno nulla e “valligiani / abitanti dei boschi” che devono subire le scelte dei “cittadini””.
Secondo le associazioni, “questo non vuol dire sminuire la potenziale pericolosità dell’orso in rare e definite occasioni, bensì responsabilizzare i frequentatori della montagna rispetto al rischio intrinseco di frequentare ambienti naturali, diversi dall’idea di “montagna sicura come un centro commerciale” che traspare dall’operato della Provincia e dai continui riferimenti alla “sicurezza” quando si parla di grandi carnivori. Su questo tema, come in qualunque attività sia lavorativa che ludica svolta in montagna, il pericolo zero non esiste e non esisterà mai. È giunta l’ora di dirlo chiaramente”.
Lascia una recensione