Aveva compiuto 101 anni il 24 giugno lo “storico” sacrestano della chiesa di Sant’Apollinare a Piedicastello; Giuseppe, per tutti “Beppino”, Valer se ne è andato ieri accompagnato dall’affetto del figlio Franco, dalla nuora Ester, dal nipote e dai pronipoti. Ha lasciato alla sua comunità di Piedicastello, ma anche all’Unione diocesana dei Sacristi (di cui era il decano ormai) l’esempio di un uomo umile e generoso, silenzioso come San Giuseppe, provato dalla guerra e anche da due lutti familiari.Un uomo esempio di quella mitezza indicata dal vescovo Lauro nella sua ultima lettera.
Prima commesso in un negozio di abbigliamento del centro città, ha dedicato 36 anni al servizio della chiesa e della comunità in riva all’Adige. Negli ultimi anni la sua giornata era scandita da un’oretta di preghiera silenziosa al mattino, con lodi e letture del giorno, la Parola di Dio che si distilla in casa goccia a goccia: “In tanti anni ho potuto leggere e rileggere vari passi della Bibbia e molti salmi, che trovo ancora sempre diversi”, ci raccontava nell’intervista dello scorso gennaio sul suo centesimo Natale,. E sembrava ancora conquistato dal fascino di quelle pagine che aveva avvicinato da ragazzino all’oratorio del Duomo.
Nel 1984 è subentrato allo storico sacrestano Livio Tamanini, papà di don Renato, e da allora prosegue l’incarico non solo nei giorni feriali insieme all’amico parroco don Piero Rattin, parroco amico con cui Beppino ha sempre avuto una silenziosa e curiosa complicità: “In parrocchia ci diamo tutti del tu, ma don Piero ed io ci siamo sempre dati reciprocamente del lei – osserva – anche se ci comprendiamo con un’occhiata, senza troppe parole…”
Artigiano tuttofare, Valer si è anche divertito a costruire dei manufatti utili quali segni liturgici come un “pozzo della Samaritana” arrivato fino in Duomo. Affidabile e zelante, Beppino è diventato in 36 anni di attività il più anziano dei soci dell’Unione Diocesana Sacristi e Addetti al Culto “Sant’Alessandro d’Anuania”, in cui ha operato attivamente nel direttivo, anche nel ruolo di tesoriere. Ma oltre alla chiesa ha “curato” anche le persone come ministro straordinario dell’Eucaristia, vicino agli ammalati, dedicandosi anche agli anziani.
Ai suoi parrocchiani il buon Beppino ha regalato la “preghiera di un centenario” che don Rattin ha chiesto di poter pubblicare, firmata. “Era la seconda cosa nella mia vita che firmavo per esteso. La prima volta è stata da ragazzo, quando scrissi una letterina al Bambinello: l’ho firmata nel timore che altrimenti non mi avrebbe riconosciuto”. Il funerale sarà martedì 23 luglio alle 15 nella “sua” chiesa di Piedicastello.
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