San Vigilio, cinque vescovi per il pontificale in Duomo e la lettera alla comunità di monsignor Tisi

Credit: Aurora Mattivi

“Su chi e su che cosa scommettiamo nella nostra vita?”. È la domanda da cui prende le mosse la nuova lettera pastorale dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, “La scommessa”, diffusa in occasione della giornata in cui si celebra il patrono di Trento San Vigilio. “La proposta che faccio, sia a chi crede che a chi non crede, è quella di scommettere sulla mitezza, la virtù di chi dice ‘Voglio che esista il tuo pensiero, voglio che tu abbia spazio'”, ha spiegato monsignor Tisi, il quale ha citato due “testimoni di mitezza nel nostro Trentino”. Il primo è don Renzo Caserotti, morto l’8 maggio scorso dopo una lunga malattia. “Nei giorni finali della sua parabola terrena, alla mia domanda ‘Come ti senti?’, egli rispondeva, semplicemente: ‘Sono in attesa della venuta del mio Signore. Per quarant’anni l’ho annunciata e proclamata e sarebbe davvero sorprendente se ora me ne sottraessi!’. Una straordinaria lezione di coraggio e libertà da se stesso – scrive monsignor Tisi nella sua lettera alla comunità – senza mai far pesare sugli altri la sua malattia”.

Un’altra figura citata da don Lauro, più lontana dai giorni nostri, è quella di Alfredo Dall’Oglio, originario di Borgo ed emigrato a Parigi, che durante la Seconda guerra mondiale morì a soli 23 anni nei campi di concentramento. “Infaticabile lavoratore, conobbe in Francia la Gioventù operaia cattolica, diventandone uno dei più assidui sostenitori”, ricorda monsignor Tisi nella lettera pastorale. “Perseguitato per questo dal Reich venne trasferito a forza nei campi di lavoro in Germania. Qui proseguì il suo impegno di evangelizzazione insieme e tra gli operai, con grande mitezza e senza alcuna paura”. Per Dall’Oglio è stato avviato nel 1988 un processo di beatificazione da parte della Chiesa francese.

La liturgia nella cattedrale di Trento è stata presieduta dall’arcivescovo emerito Luigi Bressan, che nel 2024 festeggia i 60 anni di ordinazione presbiterale e i 35 di episcopato. Accanto a lui altri tre vescovi: padre Adriano Tomasi, meglio conosciuto come padre Pachi, ordinato presbitero 60 anni fa assieme a monsignor Bressan, monsignor Mariano Manzana, che festeggia i 20 anni di episcopato, e monsignor Ivan Maffeis, da un anno e mezzo vescovo di Perugia-Città della Pieve.

Credit: Aurora Mattivi

Altri tre vescovi sono stati ricordati da monsignor Lauro Tisi all’inizio della celebrazione: il vescovo emerito di Campobasso Bojano don Giancarlo Bregantini, che quest’anno ha raggiunto i 30 anni di episcopato, il vescovo Giuseppe Filippi, emerito di Kotido, in Uganda, che quest’anno celebra i 15 anni di episcopato, e il vescovo Guido Zendron.

L’omelia è stata affidata a monsignor Luigi Bressan, che, dopo aver ringraziato “chi ci ha fatto conoscere Cristo” e dopo aver detto “grazie a Dio per una vita come missione”, ha preso in prestito le parole usate da monsignor Tisi in occasione della festività di San Vigilio 2023. “Chiesa trentina… torna ad essere irriducibile testimone della misericordia e di Dio, che è speranza fino alla fine; non dice mai ‘basta’, ma trova sempre e ovunque un punto da cui ripartire'”. “Caro arcivescovo – ha aggiunto monsignor Bressan -, ti accompagniamo anzitutto con la preghiera a san Vigilio per la visita pastorale che inizierai in autunno per tutte le comunità”.

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