“Ci sono migliaia di bambini, in Italia e all’estero, che chiedono di essere accolti”. Con quest’emergenza spesso ignorata si è tornato a parlare di affidi e adozioni come “investimento d’amore” ieri pomeriggio in un confronto promosso nell’aula magna del Seminario per iniziativa dell’Arcidiocesi, dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza e dal Tribunale con il patrocinio del Comune. “Vorremmo rendere contagioso il bene che vediamo in tante famiglie affidatarie”, ha detto in apertura il presidente Rossano Santuari”. Sono un’ottantina gli affidi attivati in Provincia di Trento, 18 le coppie già formate, ma il numero dei genitori disponibili a quest’accoglienza si è dimezzato negli ultimi cinque anni, anche per l’aumento del ricorso alla procreazione assistita: lo ha segnalato con preoccupazione il presidente del Tribunale dei Minorenni, Antonio Spadaro, nel messaggio al convegno sottolineando che gli affidi sono pensati per rispondere a periodi temporanei dovuti a indisponibilità dei genitori e sono spesso esperienze che arricchiscono la coppia accogliente.
Ne hanno dato forte testimonianza alcuni genitori intervenuti, fra i quali il sindaco Franco Ianeselli, che ha evidenziato come “l’amore non basti” ma le coppie debbano essere supportate dal sistema dei servizi e da quei soggetti – come gli assistenti sociali e i giudici tutori, pure intervenuti al convegno – che favoriscono il principale “interesse del bambino”. Lo ha ribadito un altro genitore affidatario, Alessandro Laghi, pure giudice tutelare, che ha raccontato la gioia di “sentirsi pienamente genitori anche senza esserlo” e ha sottolineato la necessità di uscire da una logica di possesso sui figli adottati, puntando invece al loro desiderio di appartenenza.
Sono temi ripresi anche dall’arcivescovo Lauro nell’intervento conclusivo: “Le storie preziose che ho ascoltato oggi mi hanno arricchito, ho sentito persone che non parlano di se stesse, ma dei bambini accolti, mettendo loro al centro e non i propri desideri. Avete ribadito anche l’importanza del “noi”, della rete fra le associazioni e anche del sentirsi aiutati dal sistema dei servizi e degli enti locali. “In quest’ambito – ha notato mons. Tisi – che c’è una buona collaborazione in Trentino, che può contribuire anche a ridare fiducia alle istituzioni e sostenere chi vuol rispondere al bisogno di famiglia”.
Gli interventi del sindaco Ianeselli e dell’Arcivescovo Tisi
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