A Trento un gruppo di donne con bambini richiedenti asilo rischia di rimanere senza una casa

Quattro donne e tre nuclei familiari con minori rischiano di rimanere senza una casa. Si tratta di persone richiedenti asilo non accolte nel sistema di accoglienza ed escluse dai servizi temporanei di bassa soglia perché il Comune di Trento ha esaurito i fondi stanziati per questa emergenza.
Ad accompagnarli prima al Commissariato del Governo e poi in Provincia i volontari di Assemblea Antirazzista e dello Sportello Casa per tutti, che in un post diffuso sui social parlano di “una situazione di oggettiva urgenza” che li ha portati a rivolgersi agli uffici senza chiedere un appuntamento. “Le persone – fanno sapere i volontari – già in serata si sarebbero trovate senza un tetto sopra la testa”.
“Al Commissariato del Governo – proseguono i volontari – abbiamo incontrato il capo di gabinetto a cui abbiamo esposto in dettaglio la situazione e consegnato una lista di persone richiedenti asilo che si sono rivolte a noi preoccupate perché, anche se titolari del diritto alle misure di accoglienza, non erano ancora state contattate per un posto letto.
Abbiamo riscontrato un’apertura alla collaborazione e ottenuto la garanzia che avrebbero ‘lavorato sinergicamente con gli altri uffici preposti’, in particolare con la Provincia. Già a distanza di poche ore abbiamo ricevuto documentazione che autorizza l’ingresso in accoglienza per due donne e un nucleo familiare. Facciamo notare che questa soluzione prospettata dovrebbe essere ordinaria amministrazione e non una ‘concessione’ né tantomeno una risposta circostanziale”.
In Provincia i volontari hanno incontrato l’assessore per la casa Simone Marchiori, che ha richiesto l’intervento del Pronto intervento sociale (Prins). “Il Pronto intervento sociale – si legge in una nota della Provincia di Trento – ha svolto una prima valutazione dei bisogni delle persone presenti, individuando una collocazione temporanea presso idonea struttura.  Il Pronto intervento sociale curerà inoltre il raccordo con i servizi competenti per valutare e fornire i possibili supporti superato il periodo di prima accoglienza”.
“Nei prossimi giorni – concludono invece i volontari – invieremo una nuova lista con i nominativi dei nuclei che ci hanno riferito di essere a rischio strada. Considerato che la situazione era stata resa nota attraverso i media, forse tutto ciò poteva essere evitato se la Provincia avesse chiesto la lista direttamente al Comune o, viceversa, se quest’ultimo l’avesse inviata alla Provincia. Nel contempo continueremo a proporre diverse forme di pressione affinché anche ai richiedenti asilo che non sono considerati vulnerabili siano garantiti i loro diritti, in primis quello all’accoglienza. Rimane una domanda aperta a cui nessuno sembra voler rispondere: cosa succede in Trentino ad una famiglia che da un giorno all’altro si trova senza un alloggio, oppure sotto sfratto?”.
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