“Uno più uno fa tre. Questo è il miracolo del lavorare insieme”. È il messaggio che papa Francesco ha lanciato all’Arena di pace e disarmo 2024, che in queste ore raccoglie a Verona tutti i movimenti e le associazioni italiane (e non solo) che si occupano di pace, disarmo e solidarietà. “Partecipazione. Non dimenticate questa parola”, ha ammonito il pontefice, che ha chiesto di discostarsi da un tipo di leadership nato dall’individualismo. “Dove c’è un individualismo forte – ha detto il Papa – sparisce la comunità. E se pensiamo in termini politici e demografici, forse è questa la radice delle dittature”. In questi contesti, ha detto Francesco, chi esercita l’autorità “rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. E questo fa tanto male, avvelena l’autorità. Questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, così come il crescente disimpegno”.
“Io sono perché noi siamo”, ha ricordato il pontefice, spiegando che l’importanza di questo detto risiede nel fatto che “l’accento è posto sul vincolo dei membri di una comunità. Nessuno esiste senza gli altri, nessuno può fare tutto da solo. Allora l’autorità di cui abbiamo bisogno è quella che è capace di riconoscere i propri punti di forza e i propri limiti, e quindi a chi rivolgersi per avere aiuto e collaborazione”.
Il pontefice ha ripreso l’immagine della lavanda dei piedi. “Per porre fine a ogni forma di guerra e di violenza – ha detto – bisogna stare al fianco dei piccoli, rispettare la loro dignità, ascoltarli, fare in modo che la loro voce possa farsi sentire senza essere filtrata. Sempre vicino ai piccoli, perché la loro voce si faccia sentire”. Il Papa ha citato in particolare gli anziani e in particolare i nonni. “Questa società a volte nasconde i vecchi, abbandona i vecchi”, ha detto papa Francesco, che ha ricordato anche tutti “i bambini e le bambine costretti a lavorare con lavori da schiavi per guadagnarsi la vita”.
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