“Tutti insieme: arrivederci!”. Padre Alex Zanotelli chiude Arena di Pace 2024 con un invito a dare continuità a questa iniziativa. “L’ho chiesto – dice – al sindaco Tommasi e lo ho anticipato a papa Francesco: Arena di pace sia un appuntamento biennale”. Insiste, padre Alex: quello di oggi non è un evento spot, ma un percorso “che ci impegna tutti”. Come ha detto anche il vescovo di Verona, Domenico Pompili, a nome della sua Diocesi che di Arena 2024 è tra i promotori.
Nel suo intervento padre Alex, che oggi è impegnato accanto agli ultimi nel rione sanità a Napoli, parte dalla sua esperienza di missionario in Africa, nella bidonville di Korogocho a Nairobi in Kenya dove, dice, “ero andato per convertire e invece sono stato io convertito dai poveri”. Proprio una conversione chiede ai tanti presenti in Arena e sintetizza in quattro proposte quanto espresso negli interventi di chi l’ha preceduto e quanto maturato venerdì presso la fiera di Verona dal confronto delle tante persone convenute in rappresentanza di associazioni e movimenti impegnati nel contrasto della povertà, per la giustizia sociale, per la pace, per i diritti umani.
Indica alcune priorità, padre Alex. In primo luogo la difesa della Costituzione repubblicana e quindi un “no” deciso all’autonomia differenziata e al premierato. Secondo, un impegno per la difesa della legge 185 del 1990 che garantisce trasparenza e il controllo del parlamento sull’export di armamenti dall’Italia. “Dobbiamo avere il coraggio di andare davanti al Parlamento con tanti cartelli per chiedere di non toccare questa legge. Anche correndo il rischio di farci arrestare”. Padre Alex chiede poi di prestare attenzione al mondo del credito e alle che – ricorda – finanziano il commmercio delle armi e investono nel fossile. “E’ ora che ritiriamo i nostri soldi da queste banche”.
Ricorda, ancora, i giovani che manifestano per la pace e chiedono alle loro università di non stringere accordi di ricerca che favoriscono il riarmo e la corsa agli armamenti. “Dobbiamo dialogare con questi giovani, dobbiamo manifestare loro la nostra solidarietà”. Alla fine, ecco l’invito a ritrovarsi tra due anni all’Arena. “Ripetiamo tutti quanti: Arrivederci!”.
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