L’Arena tutta in piedi, un applauso che sembra avvolgere un abbraccio a tre: un israeliano, un palestinese e papa Francesco insieme a loro. Due imprenditori che con la loro testimonianza hanno commosso in dodicimila oresebtinib Arena: lui Maoz, israeliano che ha visto i genitori uccisi da Hamas, l’altro, Aziz, palestinese che ha perso un fratello in guerra. “Proviamo la stessa sofferenza, siamo qui per invocare la pace”. E hanno chiesto che fosse il Papa a controfirmare il loro appello, scaturito da una conoscenza di amicizia e di riconciliazione. E anche il Papa ha chiesto silenzio per cogliere questo messaggio che viene dalla realtà. “Questo non solo è coraggio e testimonianza di volere la pace – ha commentato il Papa – ma anche un progetto di pace“. “Non sono le ideologie che ci salvano, anzi – ha proseguito Francesco – ma è lo scoprirsi tutti fragili e bisognosi degli altri”. Alle voci dei due imprenditori si sono aggiunte quelle di alcune esponenti palestinese e israeliane che hanno rilanciato l’esigenza di cercare un negoziato. “Sono le donne che ci insegnano a costruire la pace” si è detto rilanciando l’appello presentato sul palco da tre giornaliste di Avvenire promotrici della campagna “Donne di pace”.
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