Papa Francesco ha ricordato il sacrificio del soldato trentino Leonardo Dallasega in un articolo apparso sul quotidiano veronese L’Arena. Originario della Val di Non, il militare, arrestato come disertore durante la seconda Guerra mondiale, si rifiutò di sparare a un sacerdote intervenuto in difesa dei suoi fedeli sui Monti Lessini, a Giazza. Per questa ragione Dallasega venne ucciso assieme al prete il 27 aprile 1945.
Bergoglio cita la vicenda nell’introduzione del libro “Giustizia e pace si baceranno” (Libreria Editrice Vaticana – L’Arena), un’antologia di testi del Pontefice che sarà distribuita gratuitamente con il quotidiano L’Arena, in occasione della visita papale in programma sabato 18 maggio a Verona.
“Alcune persone – scrive Francesco – mi hanno raccontato una vicenda storica nella quale la giustizia e la pace si sono congiunte in un doppio sacrificio personale: quello di don Domenico Mercante, un parroco della montagna veronese (monti Lessini, n.d.r.) preso in ostaggio da soldati nazisti nei giorni concitati della fine della guerra, e quello del soldato Leonardo Dallasega, che si rifiutò di ucciderlo perché, da credente, disse, non poteva uccidere un sacerdote: entrambi vennero barbaramente assassinati. In questa tragica circostanza – aggiunge il Pontefice – troviamo il senso profondo del sacrificio cristiano: dare la vita per l’altro, anche a costo della propria. Questo è il mistero della Pasqua di Cristo: la violenza e la morte vengono sconfitte dall’amore e dal dono di sé. Forse noi non saremo costretti a versare il sangue per professare la nostra fede, come ancora avviene in molte parti nel mondo per tanti nostri fratelli cristiani, ma è nelle piccole cose che siamo chiamati a testimoniare la forza pacifica della croce di Cristo e la vita nuova che nasce da essa: un gesto di perdono verso chi ci ha offeso, sopportare una maldicenza ingiusta, aiutare qualcuno messo ai margini”.
“La pace – aggiunge il Papa anticipando i temi dell’Arena di pace e di disarmo di sabato – è artigianale: non la costruiscono solo i potenti con le loro scelte e i loro trattati internazionali, che restano scelte politiche quanto mai importanti e urgenti. La pace la costruiamo noi, nelle nostre case, in famiglia, tra vicini di casa, nei luoghi dove lavoriamo, nei quartieri dove abitiamo. Possiamo fare pace aiutando un migrante che mendica in strada, visitando un anziano che è solo e non ha nessuno con cui parlare, moltiplicando i gesti di cura e di rispetto verso il povero che è il pianeta Terra, così maltrattato dal nostro egoismo sfruttatore, accogliendo ogni nascituro che viene al mondo, gesto che per santa Madre Teresa era un autentico atto di pace. Piccoli tasselli di pace, se si saldano insieme, costruiscono una pace grande, che espande il suo profumo ovunque”.
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