Profumi che si diffondono per tutto il piano, rumore di pentole e voci in sottofondo di giovani che trascorrono una cena in compagnia: ecco cosa succede dallo scorso dicembre nelle quaranta cucine delle residenze San Bartolameo e Mayer. L’occasione è un corso di cucina sostenibile organizzato da Opera Universitaria con la collaborazione della Cooperativa Samuele e rivolto agli ospiti degli studentati universitari.
“L’iniziativa nasce dal desiderio di favorire comportamenti virtuosi all’interno delle nostre strutture in un modo semplice, concreto e innovativo. Sera dopo sera, infatti, quello che era iniziato come un semplice corso di cucina si è trasformato in un’occasione per fare comunità e vivere lo spazio comune come se fosse la cucina di casa propria”, ha spiegato la presidente dell’Opera Universitaria Maria Laura Frigotto.
Due chef indicati dalla Cooperativa Samuele, Antonio Lombardo e Paulo Vasconcelos, entrano nelle cucine degli studentati portando cibi di stagione che cucinano insieme agli ospiti, insegnando come evitare gli sprechi, riutilizzare gli ingredienti e differenziare in maniera corretta.
Come spiega il presidente di Cooperativa Samuele Luca Pedrotti: “Il tema della sostenibilità ambientale è sempre stato un valore centrale in tutte le attività sociali della Cooperativa Samuele, sia nella filiera produttiva dei laboratori, sia nella promozione di diversi progetti e azioni sul tema. Proprio utilizzando le competenze maturate dalla cooperativa nell’ambito della formazione e del consumo critico, è stato ideato insieme ad Opera Universitaria questo progetto di cittadinanza attiva con l’obiettivo di diffondere tra gli studenti la cultura dell’alimentazione sostenibile e della gestione responsabile del bene comune. Tema cruciale in un luogo comunitario come uno studentato, vissuto da persone con origini e sensibilità differenti”.
Javiera, studentessa internazionale che vive al Mayer, racconta che: “Questo corso è stata un’occasione per imparare a cucinare piatti semplici e sani, ma anche per conoscere tanti ragazzi che, come me, si trovano lontani dal proprio paese”. E ancora Aleksander, studente che vive nella residenza San Bartolameo e appassionato di cucina: “È stato bello poter proporre al cuoco i piatti che avevamo voglia di imparare, ma soprattutto poterli poi mangiare poi in compagnia. Un modo per sentirsi più a casa, dando allo stesso tempo una mano all’ambiente”.
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