Nella mattinata di oggi, Giovedì Santo, si è tenuta in cattedrale a Trento la tradizionale solenne concelebrazione della Messa Crismale. Accanto all’arcivescovo Lauro Tisi e a non meno di duecento preti trentini, erano presenti l’arcivescovo emerito di Trento monsignor Luigi Bressan, 84 anni, quest’anno al traguardo del 60° di ordinazione presbiterale e del 35° di ordinazione episcopale, e il noneso di Denno monsignor Giancarlo Bregantini, 75enne stimmatino, da poco arcivescovo emerito di Campobasso-Bojano e prossimo a celebrare il 30° anniversario di ordinazione episcopale. Monsignor Bregantini sarà presente in cattedrale anche domani, Venerdì Santo, per la celebrazione della Passione e Morte di Gesù di cui curerà la meditazione, con inizio alle ore 15 (diretta streaming).
LA BENEDIZIONE DEGLI OLI SANTI
Nella liturgia odierna, nella quale i preti presenti hanno rinnovato le promesse del giorno della loro ordinazione, sono stati benedetti anche gli olii santi: l’olio del crisma (da cui prende nome la Messa, usato nel conferimento di battesimo, cresima e nelle ordinazioni sacre), l’olio dei catecumeni (coloro che si preparano al battesimo) e l’olio per l’unzione degli infermi.
L’OMELIA DI DON LAURO: “UOMINI RIDOTTI A NUMERI”
Nell’omelia don Lauro ha esordito citando la “bestia dell’Apocalisse, che esercita un potere contrario a quello di Dio, contraddistinta solo da un numero e non da un nome. E’ un numero e rende numeri. Cosa significhi, lo abbiamo visto tragicamente nei campi di concentramento, dove milioni di uomini marchiati dal numero sono stati annientati, ma lo continuiamo a vedere oggi in interi popoli che vivono come in un campo di concentramento sotto le bombe, nella fame e nella povertà; nel volto dei migranti che vengono contati per numero ma il loro nome è dimenticato e scompare spesso nelle acque del Mediterraneo”.
“Quello che è più tragico – ha aggiunto monsignor Tisi – è che nel nostro sistema la logica del numero ha il sopravvento: tutto è computato in numero e l’uomo ridotto a funzione e operatività, soggiogato a un sistema economico-tecnico che detta il passa e noi siamo solo registrati come un numero. Un sistema che entra anche nella Chiesa, dove non raramente il discernimento lo facciamo con numeri e statistiche e non con la logica del Regno”.
“Dio, a differenza della bestia – ricorda Tisi – , ha un nome e chiama per nome. Egli è persona e cerca la persona. Ha un volto e cerca il nostro volto. Ha un cuore e cerca il nostro cuore. Dio, come ci ha ricordato il testo evangelico, predilige poi chi nel mondo non conta: poveri, oppressi, dimenticati. nel vangelo hanno un nome. Meraviglioso questo Dio che chiama per nome, Dio che ha nel nome di Gesù i suoi lineamenti“.
“Il sistema figlio della bestia rischia di far sì – non nega l’Arcivescovo – che anche il ministero episcopale, presbiterale e diaconale cadano nella deriva funzionalistica. Come vescovo, sento il dovere di chiedere perdono a Dio e a tutti voi per le tante volte in cui nell’esercizio del mio ministero ho favorito questa deriva con la mancanza di attenzione alla vostra persona, i discernimenti frettolosi, e l’ansia nel risolvere le questioni”.
Don Lauro non si nasconde le fatiche derivanti dal carico pastorale sulle spalle dei preti ma invita a “tornare a raccordare il cuore e la vita con la seduzione iniziale che ha dato avvio al nostro cammino credente e in seguito ministeriale”. “La pesantezza degli eventi – ammette – fa sentire faticoso pensare positivo e percepire che questo è l”’anno di grazia’””.
L’arcivescovo – anche guardando ai chierichetti e cresimandi presenti in chiesa provenienti dall’Altopiano della Paganella, da Rovereto, Mezzocorona, Pergine, Mattarello e della bassa Valsugana – incoraggia ulteriormente il proprio clero: “Facciamoci aiutare dalle nostre comunità, dalla storia di bellezza umana e credente che le abita. Posso testimoniarvi che quando incontro le comunità raccolgo apprezzamento e stima nei vostri confronti, la gratitudine per una parola sussurrata in un momento di malattia, per la vicinanza delicata nei momenti di fatica, per l’impegno a costruire percorsi di fraternità. Vi stimano i vostri fedeli e io vi sento come olio di consolazione per i malati, forza per chi sta cercando la fede e profumo per chi sta chiudendo i battenti alla speranza”.
L’appello finale dell’Arcivescovo ai preti, ricordando anche la “lezione di grande fede che mi arriva dai preti anziani ricoverati alla Casa del clero”, è a “prenderci del tempo gratuito per stare con la Parola e gustare nel silenzio l’amore di Dio“. Vi invito a una comunione non funzionale alle performance pastorali ma esistenziale, fatta di apprezzamento e stima vicendevole“.
QUESTA SERA L’INIZIO DEL TRIDUO PASQUALE
Questa sera, con la s. Messa in memoria dell’ultima cena di Gesù, inizia il Triduo Pasquale. L’arcivescovo Lauro presiede la celebrazione in cattedrale con il rito della lavanda dei piedi. Monsignor Tisi laverà i piedi ad alcuni rappresentanti del mondo del volontariato, ecclesiale e non, ricordando così Trento capitale europea ed italiana del volontariato. Diretta sul canale YouTube della Diocesi e su Telepace Trento
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