Non nasconde la preoccupazione dei vescovi italiani per “scelte legislative non in linea con il Magistero e con i principi sanciti dall’articolo 11 della Costituzione”, mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di chiusura del Consiglio episcopale permanente. Il riferimento è alla corsa agli armamenti a cui stiamo assistendo in questi mesi. “Un tema che ci sta a cuore, al di là delle contingenze”, ha detto Baturi, ricordando che “non si tratta di una novità: anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, nel Messaggio per la pace del 2020, papa Francesco aveva fatto notare che in tutto il mondo si stavano superando gli stanziamenti del periodo relativo alla fine della guerra fredda, mentre diminuivano gli stanziamenti globali sull’educazione”.
Per i vescovi è fondamentale mantenere la “trasparenza”, che implica la garanzia che “il commercio delle armi, che non ci può vedere favorevoli, comunque sia tracciabile”, mentre il rischio è che vengano fatte “scelte legislative che possano rendere ancora meno legittimo questo processo. Sia i vescovi che il presidente della Cei hanno espresso molte perplessità a questo riguardo”, ha aggiunto Baturi, facendo notare come “l’obiezione di coscienza fa parte della tradizione della Chiesa, che ha portato anche a scelte profonde, forti, che è necessario ascoltare. Per preparare alla pace bisogna educare gli uomini alla pace, come ha detto il cardinale Zuppi. Al di là delle questioni legislative, si tratta di un problema culturale: il primato della persona e la salvaguardia della vita, della giustizia e della libertà dovrebbero sempre venire prima rispetto ad atteggiamenti agonistici”.
Ma quello legato alle armi non è l’unico campanello d’allarme evidenziato dai vescovi italiani, che durante il Consiglio episcopale permanente hanno affrontato anche il tema dell’autonomia differenziata. “C’è preoccupazione e perplessità tra i vescovi per un allargamento delle differenze che possono far cadere in un particolarismo istituzionale. Presto svilupperemo una posizione unitaria su questo tema”, ha annunciato Mons. Baturi: “Il nostro Paese deve potersi reggere secondo legami di solidarietà, intervenendo sulle disuguaglianze e prestando attenzione a dinamiche e meccanismi istituzionali che potrebbero allargare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi fondamentali”.
“C’è preoccupazione, c’è perplessità”, ha ripetuto il segretario generale della Cei, “anche perché siamo in un momento in cui serve un rilancio dell’Europa: e occorre farlo come sistema di protezione delle persone e delle comunità. In quest’opera di rilancio, l’Italia deve poter intervenire come un Paese unito”.
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