Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Trento sui tre ricorsi in appello presentati da altrettanti esercenti trentini in opposizione ai provvedimenti emessi dalla Polizia locale con i quali è stata disposta la rimozione di slot machine e videolottery in quanto ritenuti troppo vicini a luoghi “sensibili” (come scuole e chiese) ai sensi della normativa provinciale vigente.
Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la piena legittimità costituzionale di tale normativa, perché tutela i soggetti più vulnerabili e non contrasta né con l’articolo 41 della Costituzione (tutela dell’iniziativa privata) né con il diritto europeo, che ammette deroghe riguardo alla libertà di prestazione di servizi se giustificate da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica.
Le norme in questione – ricorda il Comune di Trento in una nota – erano state recepite dal Consiglio comunale nel 2017 quando si decise di abrogare il regolamento precedentemente vigente e di dare diretta applicazione alla nuova legge provinciale, sia per semplificare il quadro normativo sia perché la legge confermava l’elenco dei luoghi sensibili già individuati dal regolamento comunale, aggiungendo solo gli spazi di culto, e il divieto di collocare questi apparecchi nel raggio di 300 metri da tali punti. In base a tali norme, tutti gli apparecchi da gioco installati in esercizi all’interno delle aree considerate sensibili avrebbero dovuto essere rimossi alla data del 12 agosto 2020, poi prorogata per i soli esercizi cosiddetti “specialistici” (sale giochi e scommesse) al 12 agosto 2022, così da concedere ulteriori due anni ai gestori coinvolti per convertirsi in un’altra attività.
Secondo i dati aggiornati all’agosto 2022, sui 37 esercizi totali all’interno dei quali erano ancora installate queste tipologie di apparecchi (nel dettaglio sono 28 sale gioco, 7 pubblici esercizi di somministrazione e 2 tabacchini) vi erano 22 sale gioco e scommesse collocate a meno di 300 metri dai luoghi sensibili e quindi interessate dall’obbligo di rimozione. Scaduto il termine nel 2022, la polizia locale ha svolto i necessari sopralluoghi negli esercizi interessati dalla legge, trovandone tre che erano ancora in possesso di questi apparecchi (per un totale di 16 apparecchi da gioco accesi e funzionanti). Contestualmente sono stati emessi dei verbali da circa 1660 euro per ogni macchina funzionante e i conseguenti provvedimenti di immediata rimozione, dai quali sono nati i ricorsi oggi respinti.
Altri tre ricorsi, presentati successivamente ai primi tre da esercizi che avevano reinstallato a fine anno gli apparecchi, sono in attesa di definizione al Tribunale regionale di giustizia amministrativa (Trga), che ha concesso una sospensiva per mantenere gli apparecchi fino alla sentenza.
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