Ivo, Simona e Carolina, volontari al Centro Alisei, che aiuta i minori in età scolare e le loro famiglie, raccontano la loro esperienza al Comune di Trento per la campagna “Gente felice”, lanciata in occasione di Trento Capitale europea ed italiana del volontariato 2024. Chi con il volontariato ha superato un momento di crisi personale, chi ha riempito il proprio tempo dopo la pensione: “Ci sentiamo utili, arricchiti e appagati”.
Ivo, 67 anni, medico in pensione; Simona, 18 anni, all’ultimo anno di liceo scientifico; Carolina, 59 anni, insegnante. Diversi percorsi e diverse occupazioni, ma quello che accomuna i tre volontari del Centro Alisei è la passione per il volontariato e la volontà di donare il proprio tempo per aiutare gli altri.
Come avete iniziato la vostra attività di volontariato?
Ivo: Ho seguito le orme delle mie due figlie che durante gli anni delle scuole medie e superiori hanno fatto volontariato proprio qui, nella stessa realtà. Da qualche anno lavoro solo part-time e ho più tempo a disposizione, quindi ho deciso di fare volontariato e di farlo qui, anche perché la mia formazione iniziale è stata alle Magistrali, ho cominciato come insegnante alle elementari, e l’idea di aiutare a fare i compiti mi fa tornare indietro nel tempo.
Carolina: Mi sono avvicinata al volontariato tre anni fa, da quando ho più tempo libero perché i miei figli sono ormai grandi. Sono volontaria sia qui al Centro Alisei, due/tre volte alla settimana, sia alla mensa dei Cappuccini.
Simona: Faccio volontariato da circa tre anni, da quanto ne avevo sedici. Mi ci sono avvicinata perché ero in un momento di difficoltà personale e ho preso questa attività come una valvola di sfogo, per concentrare i pensieri su qualcos’altro. Mi è piaciuto molto ed eccomi ancora qui, non ho mai smesso.
In che cosa consiste l’attività?
Carolina: Principalmente è attività di aiuto compiti a casa per ragazzini delle scuole medie, quindi dagli undici ai tredici anni. Loro arrivano qui finita la mattinata a scuola, pranzano, hanno un momento per le attività libere, poi alle 15 si ritirano tutti i cellulari e si fanno i compiti. Dopo, c’è l’importantissimo momento merenda e poi attività ricreative, che consistono in giochi di squadra, anche all’aria aperta, giochi da tavolo, visione e commento di film, laboratori di cucina, disegno…
Solitamente un volontario segue nei compiti un paio di ragazzini, quindi si ha un rapporto personale, uno a due, o anche uno a uno, in cui puoi conoscere le eventuali difficoltà del ragazzo o della ragazza e aiutarlo/a. In questa attività scolastica ti rendi proprio conto di quanto puoi aiutare nelle difficoltà di studio e apprendimento e per questo è molto gratificante.
Un episodio, un ricordo, una persona incontrata durante l’attività che ci tenete a raccontare?
Simona: Appena ho iniziato a fare volontariato i ragazzi erano molto diffidenti e si vedeva che facevano fatica a rapportarsi con me che ero una figura nuova. All’inizio anche io non sapevo molto bene come approcciarmi. Mi ricorderò sempre questa ragazza che è stata proprio la prima a sorprendersi della mia presenza, ma è venuta a parlarmi. Abbiamo chiacchierato un po’, mi ha raccontato la sua storia, che è particolare e mi è rimasta molto impressa. Da quel momento si è creato un forte legame, tanto che ci sentiamo ancora dopo anni anche se lei non è più in questo centro. Credo che le nostre storie si siano incrociate.
Cosa vi dà il fatto di impiegare il vostro tempo per un’attività del tutto gratuita?
Carolina: A me gratifica dal punto di vista emotivo e come persona. Facendo volontariato vedo che se posso fare del bene e aiutare le persone che hanno bisogno la mia autostima migliora.
Ivo: Mi fa sentire utile e sentirsi utili fa bene.
La vostra vita è cambiata da quando avete iniziato a fare volontariato?
Simona: Io direi di sì, grazie al confronto con ragazzi, educatori e volontari ho imparato a vedere e analizzare le cose da altri punti di vista.
Le vite di tutti sono sempre più frenetiche, come fate a trovare il tempo?
Simona: Per me è faticoso, frequentando l’ultimo anno di liceo e preparando il test d’ingresso all’università, ci sono un sacco di cose in ballo. Ma mi piace molto e quindi il tempo lo trovo. Cerco di organizzare lo studio sempre in funzione di questo impegno, altrimenti diventa difficile incastrare.
Ivo: Per me invece è diverso, come penso per Carolina. Ora ho il tempo che si è liberato da altri impegni.
Qualche suggerimento per i volontari o per invitare a diventare volontari?
Ivo: Credo che oggi si abbia un po’ di paura a parlare di gratuità, sembra che nulla esista gratuitamente. Manca la consapevolezza che nel volontariato non sei solo tu a dare, ti restituisce delle cose importanti.
Avete stretto nuove amicizie facendo volontariato?
Simona: Sì, ho varie amicizie nate qui, con alcuni partecipanti, con altri volontari e con ragazzi in servizio civile.
Fare volontariato mi rende felice perché…
Ivo: Perché sentirsi utili rende felici e perché amplia il confronto con ciò che è fuori e diverso da te.
Carolina: Perché aiutare gli altri ti aiuta e appaga dal punto di vista delle emozioni, aiutare gli altri aiuta te stesso ad avere un’immagine di te più completa e gratificante. Ma anche perché ti offre un confronto molto arricchente con culture diverse e ti apre gli occhi sulle differenze.
Simona: Perché è uno scambio di idee e opinioni che ti arricchisce e arricchisce anche gli altri.
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