Andrà in scena al Teatro di Meano mercoledì 24 gennaio alle 14.30 all’interno della rassegna La Terza Stagione, dedicata agli over 60, e mercoledì 25 gennaio alle 20.45 per tutto il pubblico lo spettacolo Boxer, testo e regia di Maura Pettorruso, con Stefano Pietro Detassis, prodotto da Pequod Compagnia.
Boxer è uno spettacolo che parla di boxe, ma anche di coraggio, di rivincite, di emigrazione, di povertà, di sogni. Il protagonista si ispira alla storia di Eugenio Lorenzoni partito da Cles intorno agli anni ’20 per lavorare come operaio in Francia. Lì Eugenio scopre la boxe tanto da arrivare a un passo dallo sfidare il campione del mondo. Una storia che parte dal Trentino, parte da un uomo qualunque per parlare di rivalsa, di sogni, di possibilità.
Il progetto prende spunto dalla vicenda biografica di Eugenio (Eugène) “Smit” Lorenzoni, nato a Cles (TN) nel 1908. Figura rappresentativa, e a tratti singolare, di alcune generazioni di trentini che tra Ottocento e Novecento emigrarono dal proprio paese d’origine e dalle valli alla ricerca di una vita migliore. Emigrazione, la sua, avvenuta in giovane età, al seguito della famiglia e più precisamente tra il 1923 e 1926: i medesimi anni in cui il fascismo si stava affermando al potere. Meta dei genitori fu la Francia, dove i Lorenzoni si stabilirono nel quartiere operaio di Parigi di Aubervilles, entrando così a far parte di quella comunità di italiani emigrati per una commistione di ragioni politico-economiche tra gli anni 20′ e 30’. Appartenente alla classe operaia, fu qui che probabilmente maturò la passione per lo sport e in modo più specifico per la boxe, forse vissuta anche come occasione di riscatto sociale, tanto che dopo cinque anni dal suo arrivo a Parigi, l’11 luglio 1928, esordì come pugile professionista nella categoria bantam = pesi gallo. Ciò avvenne negli stessi decenni che videro lo sport lasciare la propria connotazione di attività d’élite e divenire sempre più fenomeno di massa: trasformazione di cui motore e conseguenza fu anche la nascita di una miriade di associazioni sportive legate al movimento dei lavoratori. In ogni caso quella di Lorenzoni fu una carriera sportiva che, affiancata alla professione di operaio, lo vedrà combattere più di 60 incontri, tra cui alcuni con i cosiddetti “migliori dell’epoca”, e contendersi il titolo di Francia per la sua categoria. Dunque non è insolito imbattersi in articoli di giornali francesi del tempo con le cronache dei suoi incontri attraverso i quali è stato possibile delineare in modo più compiuto la sua carriera sportiva. Nel frattempo, a seguito del consolidamento del fascismo, le simpatie socialiste manifestate dal pugile, la volontà di “farsi francese” e il comparire tra i renitenti alla leva, portarono ad un suo breve arresto durante una visita ai parenti a Cles. Rientrato in Francia, Lorenzoni entrerà a far parte di quelle migliaia di trentini e italiani tenuti sotto controllo dalle autorità fasciste. Nel suo caso venendo schedato dalla Questura di Trento presso il Casellario politico provinciale. La sua carriera professionistica lo porterà a incrociare la strada e l’esperienza di una generazione di pugili e sportivi che vedranno la loro carriera, e a volte la vita, interrompersi tragicamente a seguito dello scoppio della seconda guerra mondiale e l’occupazione di mezza Europa da parte delle truppe di Hitler. Tra i più noti, il campione del mondo dei pesi mosca tunisino e di discendenza ebraica Victor Young Perez, internato a Auschwitz e assassinato dai nazisti durante una marcia della morte. Lavoratore coatto nella Germania nazista, al termine della guerra rientrerà in Francia senza indossare mai più i suoi tanto amati guantoni da boxe. Ripresa la professione di operaio, farà parte di quelle migliaia di trentini e trentine che dopo essere emigrati non rientreranno mai più in Regione. Ristabilitosi quindi ad Aubervilles qui sposò la moglie Fabienne, dalla quale avrà quattro figli. Morirà nel vicino quartiere di Bobigny il 17 novembre 1996
Lascia una recensione