Senza dimora: l’Assemblea Antirazzista chiede un ulteriore sforzo al Vescovo in una lettera aperta

Dopo vari appelli alle istituzioni, culminati anche con alcuni presidi sotto la sede del Comune di Trento e la sede della Provincia, l’Assemblea Antirazzista di Trento ha scritto una lettera aperta all’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, per chiedere un aiuto concreto per le persone, in massima parte richiedenti asilo, che si trovano oggi prive di alloggio nella nostra città, e quindi prive di un posto al caldo in un dormitorio nei mesi più freddi dell’anno.

“Abbiamo cercato di elaborare e proporre possibili soluzioni e una sembra infine delinearsi, secondo quanto ci viene riferito dall’amministrazione comunale: la possibilità che il Centro Astalli metta a disposizione operatori e operatrici per tenere aperto un nuovo dormitorio da inizio gennaio. Questa sarebbe una prospettiva che andrebbe incontro nel concreto a dei bisogni primari, considerate le temperature sempre più rigide, e di gran lunga più adeguata del ricovero in container o in sale circoscrizionali previsti per “l’emergenza freddo” solo quando nevica o la temperatura scende sotto i -4/-5 gradi”, scrive l’Assemblea Antirazzista: “Quello che manca ad ora è lo stabile adeguato, disponibile da gennaio a fine marzo. Una mancanza a cui potrebbe ovviare la sua Diocesi mettendo a disposizione per il periodo indicato alcuni immobili dell’ex convento dei Frati Cappuccini in via delle Laste”.

Gli attivisti, nel loro appello, chiariscono di non voler sovraccaricare la Diocesi quando le responsabilità delle istituzioni vengono meno, in seguito allo smantellamento del sistema d’accoglienza iniziato ormai 5 anni fa. “Sappiamo che non è facile costruire alternative concrete e possiamo bene immaginare quale pressione l’ingiustizia sociale oggi vigente in Trentino stia determinando sui fondi, le strutture e l’impegno della Diocesi. Molte delle persone che incontriamo ci raccontano del sostegno che viene dato loro dalla comunità”, prosegue la lettera: “Non è pertanto con leggerezza o senza renderci conto di quanto viene fatto nel quotidiano che chiediamo alla Diocesi un nuovo apporto all’accoglienza, ma con la convinzione che il Vostro importante aiuto ed esempio concreto possa essere decisivo per consentire alle persone in strada di superare un momento difficile e possa contribuire ad aiutare la società trentina tutta a sciogliere le tensioni da lungo tempo accumulate, a ritrovare una più umana e razionale percezione della realtà e la fiducia nel proprio futuro”.

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