Nella civiltà della comunicazione, tutta l’attenzione si appunta sul frenetico susseguirsi di messaggi, selfie, e-mail: e il quotidiano si popola di una folla di immagini sempre cangiante, continuamente superata da nuove notizie e proclami, come onde di mare che si infrangano le une sulle altre. Si perdono così di vista i profili del quotidiano, fatto non solo di virtualità riflesse, ma di oggetti veri e reali, di utensili e cose che utilizziamo tutti i giorni e verso le quali, normalmente, non prestiamo alcuna attenzione.
Quest’anno, invece, il concerto del Coro della SOSAT è dedicato proprio al “Natale delle cose dimenticate”. È l’arte che ci aiuta a scoprire il lato segreto di ciò che ci circonda, prestandoci occhi per vedere ciò che sfugge alla nostra percezione. Così, saranno i quadri di Gianluigi Rocca, nell’evento-concerto che si terrà sabato 16 dicembre alle 20.30 presso la chiesa del Santissimo in Trento, a richiamare l’attenzione sugli oggetti che ci accompagnano nella nostra vita. Le canzoni si sposeranno dunque con immagini tipiche della poetica dell’artista trentino: scodelle, mestoli, scarponi logori di cammino e fatica, padelle e trasparenze di stoviglie si rifletteranno nelle melodie di canzoni della tradizione popolare e natalizia ed apriranno ad una comprensione diversa.
Siamo abituati a pensare come gli oggetti che contano, tuttalpiù, siano quelli che acquistiamo per fare i regali o che riceviamo in dono: perché sotto sotto, per quanto si possa stigmatizzare o fare del moralismo spiccio, non siamo certo indenni dal tanto vituperato consumismo.
Invece, le cose hanno un’anima; un’anima che partecipa della nostra vita, del nostro quotidiano, persino del nostro Natale. Anzi: proprio la povertà sobria del Natale acquista un significato ancora più profondo se correlato all’essenzialità di oggetti che hanno accompagnato per secoli i gesti lenti e sedimentati della vita di contadini e pastori: i protagonisti, a veder bene, sulla scena di Betlemme. E le sapienti, scabre descrizioni, nitide e sobrie, di Gianluigi Rocca intrecciate alle melodie del canto popolare della nostra tradizione orale ci aiuteranno a coglierla.
I mezzi più semplici per esprimere la cifra di spiritualità sottesa alla festa più amata della cristianità: matite colorate, che tutti noi abbiamo usato, e le nostre voci, lo strumento musicale più essenziale ed autentico.
Vedremo così le cose del nostro quotidiano prendere vita, partecipare delle nostre attese e delle nostre speranze: diventare, per una volta almeno, gli attori primi.
Parole, musica, immagini cospireranno dunque a ricomporre il volto di un quotidiano infranto, nel tentativo di ridare voce alle cose, e, per esse, alla nostra stessa vita.
Questo concerto di Natale costituirà un capitolo ulteriore della storia di un’antica alleanza che ha intessuto da sempre la storia della SOSAT e del suo Coro: quella che unisce la musica alle altre manifestazioni artistiche.
L’evento, al quale ha dato la propria adesione il sindaco Franco Ianeselli, è organizzato, come da tradizione, con la testata giornalistica “Vita Trentina”: e costituirà, anche, l’occasione per rivolgere alla cittadinanza l’augurio di un Natale che possa aiutarci a recuperare l’umana intimità che abita il pulsare della vita accanto a noi.
*presidente del Coro della Sosat
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