Per tanti anni il suo vocione bonario ha portato in redazione tutta la carica di umanità e di amicizia di Bortolo Bertanza (per tutti noi “Lino”) ed ora che se ne è andato – in punta di piedi, quasi per non volerci rattristare – a causa di una feroce malattia, ne sentiamo già la mancanza. E il desiderio di ringraziare per quello che è stato per la sua comunità alense, per la sua passione per l’umanità più debole, per la sua dedizione alla terra e al territorio.

Aveva mescolato i suoi hobbies e le sue competenze in campo agricolo e zootecnico, con il desiderio di comunicare come giornalista (era iscritto da anni all’Ordine come corrispondente locale) e di storico “di periferia”, colonna della rivista “I Quattro Vicariati”. Cercava di fare sempre “del suo meglio”, fedele alla sua promessa scout (per anni era stato capo educatore), a servizio della comunità anche attraverso l’associazione “Memores”.

Carattere gioviale e vulcanico, mille interessi, era stato anche un certosino ricercatore di toponimi locali, coltivando il desiderio di parlare ai giovani come tutor di fattoria didattica (fra i primi riconosciuti) e di trasmettere le tradizioni, come l’arte del norcino presentata al nostro “Parco dei Mestieri”. Oltre che collaboratore e corrispondente, aveva animato la nostra redazione di Rovereto (ai tempi di radio Trentino inBlu) e la raccolta pubblicitaria. Schietto ed entusiasta, sempre pronto ad un momento conviviale con il suo prelibato “pane e culatello” (di cui andava giustamente orgoglioso), sapeva dispensare parole di consolazione e d’incoraggiamento, suggerite dalla sua fede granitica.

Un patrimonio seminato in questi 73 anni di cui han goduto l’amata moglie Maria Carla, la figlia Cristina (con Alberto), Pietro (con Elisa), Halbert (con Ester) e gli adorati nipoti Lorenzo, Benedetta, Carlo e Giulio. A tutti loro – e in particolare a Pietro, collaboratore del nostro settimanale per la storica pagina “Agricoltura per tutti” – l’abbraccio riconoscente di tutta la famiglia di Vita Trentina.