“C’è speranza attorno alla Parola, attorno alla mensa celebrante e attorno ai poveri. Confrontatevi su questi tre terreni”. L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ha rivolto questo invito nella chiesa di San Giuseppe, a Trento, ai tanti sacerdoti e laici che questa mattina hanno partecipato all’assemblea sinodale dedicata alla Zona pastorale di Trento.
Dei tre cantieri del Cammino sinodale nella Diocesi di Trento, dedicati a giovani, donne e fragilità, secondo l’arcivescovo Tisi è quest’ultimo, e in particolare il capitolo delle povertà, ad essere emerso di meno. “Sogno una carità creativa – ha detto monsignor Tisi riprendendo le parole usate in occasione della presentazione del Rapporto annuale della Caritas – che nasca fuori dai circuiti normali. A Rovereto abbiamo fatto nascere una mensa di cui sembrava che non ci fosse bisogno. Invece dal 17 ottobre sono trenta le persone che la frequentano regolarmente. Vuol dire che il bisogno c’era. E anche a Trento ci sono tanti bisogni”.
L’arcivescovo Tisi ha parlato anche di una sete di spiritualità presente in diverse realtà non direttamente legate al mondo cattolico. “Sono andato cinque volte all’Hospice Cima Verde: l’ultima è stata il 5 novembre”; ha raccontato. “All’inizio nel loro statuto non era stata prevista una dimensione spirituale, mentre oggi la domandano. Non è la spiritualità del confessionale, ma una domanda sul vivere, sul morire e sullo stare al mondo”.
Nel corso della mattinata, Cristoforo Avi dell’equipe sinodale ha presentato la relazione che fa il punto sul nuovo anno sapienziale del Cammino sinodale. Da parte delle donne emerge la richiesta di “complementarietà e reciprocità” rispetto al ruolo maschile nella Chiesa. Nelle sintesi sono emerse anche richieste relative al sacerdozio e al diaconato femminile. I giovani, invece, pur dicendosi lontani dalla liturgia, riconoscono di essere cresciuti anche grazie ad esperienze come Grest, oratorio e campeggi estivi e attraverso figure carismatiche, sia tra i sacerdoti, sia tra gli animatori parrocchiali. Per il capitolo fragilità, infine, viene chiesto alla Chiesa di farsi carico delle difficoltà, che non sono solo economiche, ma anche psicologiche e relazionali.
L’equipe sinodale ha già girato le Valli del Noce, la Piana Rotaliana e la Val di Cembra, le Giudicarie, la Val di Fiemme e la Val di Fassa e la Valsugana e Primiero.
L’ultimo appuntamento di quest’anno si terrà la mattina del 2 dicembre ad Arco, e sarà dedicato alla Zona pastorale dell’Alto Garda e Ledro. Come nella mattinata di oggi, sabato 18 novembre, ci sarà prima un riepilogo sul lavoro dei tre cantieri sinodali – coordinato dai referenti del Cammino sinodale, don Celestino Riz e Claudia Giordano – e poi un momento di confronto e di dibattito in piccoli gruppi.
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