“Dio è una virgola, non un punto. Ama fare e ricevere domande”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo Lauro Tisi ha aperto l’omelia nella solennità di Ognissanti nel cimitero di Trento.
“Il terreno del morire da sempre è fecondo di domande”, nota l’Arcivescovo, distinguendo tra le domande originate da una “riflessione astratta attorno alla morte” oppure dalla “esperienza del morire delle persone che ti hanno amato e che hai amato”.
Nel giorno del suo 61° compleanno, monsignor Tisi prova a filtrare l’attualità – il “sangue versato di tanti innocenti, la morte inferta con inaudita crudeltà” – alla luce della Parola di Dio e in particolare del testo dell’Apocalisse, per giungere infine a sottolineare come “Dio, amante della virgola, è irriducibile nel rilanciare continuamente la speranza, facendo nascere ogni giorno uomini e donne che alla logica del dare la morte sostituiscono il regalare la propria vita”.
“Proprio in queste ore drammatiche – aggiunge don Lauro – , mentre l’umanità da un lato registra incredibili sviluppi nella tecnologia e prospetta scenari di grande cambiamento, dall’altra, tragicamente, rischia di cancellare sé stessa con l’indebolimento del sistema democratico, il ritorno tragico dei nazionalismi, il ricorso sistematico alla forza e alle armi. A questa umanità si rivolge oggi l’Uomo delle Beatitudini che regala a ogni uomo e ogni donna le fonti della vita, l’antidoto alla morte e alla dissoluzione dell’umanità attraverso la riscoperta del grazie, la via della pace, del dialogo e della mitezza“, conclude monsignor Tisi.
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