Torna ad essere Trento la città più sostenibile d’Italia, secondo la classifica Ecosistema urbano redatta, come da tradizione, da Legambiente in collaborazione con Il Sole 24 ore. A ritirare il premio, allo Spazio Sette libreria di Roma, è stato il sindaco Franco Ianeselli, dopo un dibattito che ha coinvolto tra gli altri l’ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino, Walter Ganapini, ex assessore della Giunta Formentini e l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli che hanno ripercorso i progressi in campo ambientale delle rispettive città.
Dopo aver ringraziato Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 ore per la promozione “di una cultura dei dati che fa bene a tutti”, Ianeselli ha messo in luce il punto di forza di Trento, ovvero “i documenti di pianificazione come il Paesc e il Pums, che forse non sono sexy, ma sono alla base del successo della nostra città. L’ambizione ora è quella di superare le divisioni politiche sui temi ambientali e su infrastrutture fondamentali come per esempio le ciclabili. Si arriva al paradosso per cui un tempo i sindaci venivano criticati perché giravano in auto blu, oggi ti contestano se giri in bicicletta. Riusciremo nell’impresa di superare le contrapposizioni se sapremo far crescere una sensibilità ambientale trasversale nelle nostre città”.
Nel gruppo di testa, subito dopo Trento (punteggio: 85,86), si piazzano Mantova (82), Pordenone (81,41), Treviso (79,87), Reggio Emilia (76,8). Solo le prime tre città riescono a superare la soglia degli 80 punti, che peraltro l’anno scorso non era stata raggiunta da nessun capoluogo. Segno dunque che la sostenibilità delle città italiane è in crescita. Bolzano e Belluno, le città alpine più vicine a Trento, quest’anno si fermano rispettivamente al nono e al decimo posto. Chiudono la classifica tre capoluoghi siciliani: Caltanissetta, Catania e Palermo, fanalino di coda.
Trento spicca in particolar modo per quanto riguarda il verde urbano che aumenta ulteriormente dai 396,2 metri quadrati per abitante della passata edizione ai 403,6 di oggi: il dato posiziona Trento al secondo posto assoluto nell’indice parziale. Diminuiscono ancora i consumi idrici che passano dai 149,7 litri procapite al giorno dello scorso anno agli attuali 147,4 (ma erano 151,3 litri due edizioni fa). Scende lievemente la produzione totale di rifiuti (da 454 Kg/ab/anno agli attuali 446). Pur restando tra le migliori, scende di poco anche nella percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato che vale comunque il settimo posto nella graduatoria specifica.
Continuano a crescere i passeggeri del trasporto pubblico urbano che passano da 101 viaggi per abitante/anno di due anni fa, ai 123 della passata edizione fino agli attuali 136, facendo di Trento la quarta, con Parma, in questo indice tra le città medie. Crescono anche i metri equivalenti ogni 100 abitanti di infrastrutture per la ciclabilità, che dagli 8,67 di due anni fa, agli 8,92 della passata edizione si attestano agli 8,95 di questa trentesima edizione del rapporto. Aumentano ancora anche i Kw ogni 1000 abitanti di solare installato su edifici pubblici che si attestano quest’anno a 14,81 Kw ogni 1000 abitanti.
Il capoluogo trentino mantiene un buon livello di qualità dell’aria migliorando leggermente nelle medie relative al diossido di azoto (No2, emesso dal traffico e dagli impianti di riscaldamento). Nei limiti il dato relativo alle Pm10 e alle Pm2,5, mentre peggiora nei giorni di superamento dell’ozono (55).
Non mancano però alcune note dolenti: cresce, seppur di poco, l’acqua dispersa dalla rete che passa dal 22,3% della passata edizione al 22,4%. Stabile la superficie di suolo destinata ai pedoni ferma a 16,3 metri quadrati ogni 100 abitanti. Trento peggiora poi lievemente anche nell’indice dedicato all’uso del suolo passando da 8,5 della passata edizione a 7,5 di questa trentesima edizione.
I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente sono 19 e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati). La media del punteggio dei capoluoghi sale e si attesta a 56,41%, tre punti in più di quella dello scorso anno (53,41% ed era 53,05% due anni fa).
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