È morto domenica 15 ottobre, all’età di 97 anni, Donato Nardin, ex dirigente dei Bacini Montani della Provincia di Trento e stimato professionista dell’amministrazione forestale trentina. I colleghi della Provincia ne ricordano in una nota le “grandi capacità professionali e le doti umane – come curiosità, ottimismo, perseveranza nella ricerca di una soluzione anche per problemi a prima vista insormontabili”.
Nato a Trento il 28 gennaio del 1926, Nardin è cresciuto a Predazzo. Ha iniziato gli studi classici al Collegio Arcivescovile di Trento, ma li ha proseguiti a Cavalese. Ottenuto il diploma, si è iscritto prima a Ingegneria, poi a Scienze forestali all’Università di Firenze, dove si è laureato nel 1953. Sempre in quell’anno, si è sposato ed è stato assunto in Regione presso l’Ufficio Bacini montani, con l’incarico di seguire i lavori di sistemazione idraulica e forestale in Fiemme, Fassa e Primiero.
Nel 1955 è diventato amministratore delle foreste demaniali, mantenendo tuttavia l’incarico di seguire i cantieri di sistemazione idraulica nelle valli dell’Avisio e nel Primiero. In quel periodo Nardin ha promosso l’introduzione dei cervi nella foresta di Paneveggio e si è impegnato per salvaguardare quel territorio dal progetto che prevedeva la realizzazione di una seconda grande diga, a monte di quella edificata sul rio Travignolo nei pressi di Forte Buso.
È stato poi impegnato in occasione dell’alluvione del novembre 1966, che ha causato vittime e visto il verificarsi di piene dei torrenti e danni al patrimonio forestale. Nel 1969 Nardin è stato chiamato a dirigere il settore dei Bacini Montani. Forte dell’esperienza maturata nella gestione del demanio forestale, ha dato un grande impulso al settore dei Bacini Montani a supporto dei molteplici cantieri diffusi su tutto il territorio provinciale per garantire la riduzione dei danni provocati dalle alluvioni. Ha valorizzato con corsi di formazione la figura dei capi squadra, ha assicurato l’accesso alla cassa integrazione alle centinaia di operai dipendenti dalla struttura, ha promosso l’acquisto della base logistica di Mattarello.
Si è speso inoltre con generosità non solo per il territorio trentino, ma anche a vantaggio di altre regioni, come in occasione dei terremoti del Friuli e dell’Irpinia. Agli anni ’80 risalgono infine gli scambi professionali con i Paesi del Sudamerica, dove Nardin si è impegnato a far crescere la cultura della prevenzione e della mitigazione dei danni.
I funerali saranno celebrati mercoledì 18 ottobre alle 11 al cimitero di Trento.
UNO SPECIALE DI HISTORY LAB LIVE DEDICATO A DONATO (TELLO) NARDIN
A Donato Nardin sarà dedicato uno speciale di “Uomini e Boschi”, programma di “History Lab Live”, della Fondazione Museo storico del Trentino, in onda sul canale 12 del digitale terrestre (Telepace Trento) giovedì 19 ottobre alle 21 e in replica alle 22.30. “Nella gestione del demanio forestale – ricorda la Fondazione Museo Storico del Trentino – ha introdotto novità tecniche in ambito selvicolturale e nell’utilizzazione dei boschi, che gli hanno consentito di far fronte con successo ai gravi danni causati dall’alluvione del 1966. Nominato poco dopo dirigente dei Bacini montani, ne ha ammodernato la struttura operativa per intervenire sui diffusi dissesti, stimolando nel contempo un cambio di paradigma con l’affiancamento alle opere strutturali dei lavori di ingegneria naturalistica e di misure di riqualificazione e tutela ambientale dei corsi d’acqua. Sarà sempre ricordato come un grande uomo, modesto e competente”. La puntata sarà inoltre visibile online sul canale YouTube Museostorico.
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