È stato inaugurato l’allestimento a Forlì, in Via Valverde 15, della mostra “Segni e suoni di Vaia” ideata da Claudio Lucchin con la collaborazione di Roberto Besana, che era stata esposta lo scorso anno al METS-Museo etnografico trentino San Michele.
L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente dell’istituzione culturale trentina Ezio Amistadi che ha espresso molta soddisfazione per la collaborazione fra METS e Associazione Civiltà delle Macchine organizzatrice del progetto “Eventi climatici estremi e realtà locali. Segni e Suoni di Vaia”. Resterà aperta e visitabile, sia per le scuole (previa prenotazione) che per la cittadinanza, fino al 3 dicembre. Ad ogni classe che visiterà la mostra verrà offerto il catalogo della mostra.
La tempesta denominata “Vaia” sconvolse il 29 ottobre 2018 il nostro paese, parimenti il 2-3 e 16-17 maggio scorso le forti piogge cadute in Emilia Romagna hanno messo tutti di fronte al significato degli eventi climatici estremi. È questo uno dei presupposti che ha portato alla collaborazione fra il METS e l’Associazione Civiltà delle Macchine, di cui è presidente Roberto Camporesi. “Vaia”, lo ricordiamo, distrusse circa 41 mila ettari di boschi radendoli al suolo, sradicò oltre 16 milioni di alberi, 8,6 milioni di metri cubi di legno abbattuti in pochi minuti da raffiche di vento fino a oltre 200 km/h tra Trentino e Alto Adige, Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Il METS, lo scorso anno, da un’idea di Claudio Lucchin, aveva proposto attraverso i suoni quella incredibile circostanza: il senso e l’impatto emozionale dell’evento atmosferico estremo che ha sconvolto una larga parte del paesaggio alpino nord-orientale. Una proposta per favorire la consapevolezza di come il clima stia modificando il pianeta: la vista e l’udito sono i sensi che raggiungono più rapidamente la mente e il cuore delle persone e, per questo motivo, restano maggiormente impressi nella memoria.
Nel maggio 2023 si è verificata l’alluvione in Romagna. Le fortissime piogge hanno portato una quantità record di acqua (oltre 500 mm in alcune stazioni) su una vasta zona, che va dalla costa romagnola fino all’Appennino modenese. L’alluvione ha creato un disastro ambientale in termini di impatto sulle vite umane e sul territorio.
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