Gioia e speranza: due temi per le prossime GMG in vista del Giubileo del 2025

Giovani trentini in un momento di preghiera alla GMG di Lisbona. Foto Vita Trentina

Papa Francesco aveva salutato i giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona, la trentasettesima, con tre verbi: brillare, ascoltare, non temere. In occasione della Messa celebrata al Campo da Graça, il pontefice aveva dato appuntamento al milione e mezzo di persone arrivate da tutto il mondo a Lisbona per la prossima Giornata della Gioventù, che si terrà nel 2027 a Seul, in Corea del Sud. Il Papa aveva fissato però un appuntamento ancora più vicino, a Roma, dove nel 2025 si terrà il Giubileo dei Giovani. È di queste ultime ore l’annuncio dei temi che accompagneranno le due GMG che saranno celebrate da qui al 2025. La trentottesima, che si svolgerà quest’anno, richiama il titolo della lettera di Paolo ai Romani 12,12, “Lieti nella speranza”.

La GMG di Lisbona è stata infatti la trentasettesima GMG, ed è slittata di un anno (avrebbe dovuto svolgersi nel 2022) a causa del Covid. Richiama sempre la parola speranza il tema della trentanovesima GMG, che si svolgerà invece nel 2024. Il riferimento, questa volta, è ad Isaia (40,31): “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”. Papa Francesco invita quindi i giovani “ad approfondire il significato della speranza cristiana e a testimoniare con gioia che Cristo è vivo”, scrive in una nota il Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita.

LA PROLUSIONE DI ZUPPI ALLA CEI

Ai giovani e alla GMG di Lisbona ha fatto riferimento anche il card. Zuppi nella sua prolusione di lunedì 25 settembre al Consiglio Permanente CEI, nel quale ha dedicato attenzione anche all’urgenza di “educazione affettiva” dei giovani. “Per noi la persona è una realtà unica e complessa, la cui affettività è in dialogo con il corpo e il suo sviluppo, con la mente e le sue conoscenze, con il cuore e i suoi valori. Forse è tempo perché anche noi credenti troviamo il coraggio di parlare di sessualità senza infingimenti, nella prospettiva dell’integrazione tra vita umana e vita spirituale – ha aggiunto il cardinale – . L’educazione all’affettività nasconde infatti un’esigenza ancora più profonda: l’educazione alla vita interiore, all’incontro con le profondità di sé stessi”.

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